2 minuti per la lettura
POTENZA – È durato sette ore l’interrogatorio in carcere della dottoressa Lucia Muscaritola, ex capo della sezione “Accertamenti e controlli” della direzione regionale dell’Agenzia delle entrate di Puglia e Basilicata. Non si è avvalsa quindi della facoltà di non rispondere, ma ha cercato di fornire le dovute spiegazioni al gip Luigi Spina che ha firmato l’ordinanza di custodia in carcere per lei, e ai domiciliari per gli imprenditori Domenico De Vivo e Maria Antonietta Albini, più il commercialista Rocco Tramutola. Gli avvocati che assistono la dottoressa, Tuccino Pace e Paolo Sisto di Bari, alla fine hanno depositato un’istanza di scarcerazione che è più probabile che venga vagliata dopo gli altri interrogatori in programma per mercoledì e venerdì. Per lo stesso motivo all’uscita hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, dato il rischio di condizionare le dichiarazioni degli altri.
Lucia Muscaridola è accusata di corruzione, abuso d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico dell’Agenzia delle entrate. Gli episodi che le vengono contestati sono diversi, ma per questioni di competenza territoriale non tutti sono stati considerati allo stesso modo dal giudice per le indagini preliminari, che ha disposto numerosi stralci del fascicolo del pm verso le sedi competenti di Matera, Bari e Napoli. Al centro restano i rapporti con gli imprenditori De Vivo e Albini.
La dottoressa avrebbe aiutato entrambi a risolvere le loro pendenze con il fisco in cambio di varie utilità, dallo sconto per l’acquisto di una casa, alla ristrutturazione dell’appartamento per la figlia. In realtà si trattta di fatti molto risalenti in quanto i due immobili in questione risultano ceduti nel 2003 e nel 2004, un lasso di tempo che garantirebbe l’intervento della prescrizione per gli eventuali reati. Ma le “consulenze” della Muscaridola sarebbero proseguite fino a poche settimane fa, e il gip ha evidenziato il rischio che il suo ritorno da Bari a Potenza le consenta di riprendere l’andazzo di quei tempi.
È recente, per esempio, l’intervento per accelerare la pratica di un rimborso Irpef a favore di una ditta creditrice della società di Maria Antonietta Albini. Lei la esorta a fare qualcosa perchè in crisi di liquidità e la dottoressa di fatto interviene riuscendo a bypassare la lista d’attesa.
Altrettanto recente la telefonata intercettata dai militari delle Fiamme Gialle tra la dottoressa Muscaridola e Michele Pergola, genero di Domenico De Vivo, che le comunica di aver ricevuto «una visita» in azienda di quelli dell’Agenzia delle entrate. La dottoressa sarebbe intervenuta anche in questo caso, quindi in cambio – ipotizza la procura – i De Vivo si sarebbero accollati la spesa per l’installazione di un sistema antifurto nell’abitazione principale della signora, per 2.400 euro.
Anche per Albini, De Vivo e Pergola (interdetto pro tempore dall’esercizio di attività imprenditoriali) l’accusa è di corruzione.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA