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Sono tornati in libertà per decorrenza dei termini, dodici imputati del processo sulla faida di San Luca, condannati mercoledì scorso in secondo grado alla pena di 8 anni di reclusione per il reato di associazione per delinquere. Si tratta di imputati diversi da quelli condannati ieri dalla Corte d’Assise di Locri. La decisione è stata presa dal tribunale della libertà di Reggio Calabria.
I difensori dei dodici imputati hanno presentato istanza di scarcerazione per i loro assistiti, sostenendo che i termini sono decorsi il 19 marzo scorso perchè gli imputati hanno maturato un periodo di tempo trascorso in custodia cautelare preventiva pari al doppio di quello previsto dal codice, a partire dalla sentenza di primo grado che è stata emessa il 19 marzo del 2009 al termine del processo con rito abbreviato. Questa procedura si applica a coloro che hanno subito condanne a pene inferiori ai 10 anni di reclusione.
La stessa richiesta era stata avanzata ai giudici della corte d’appello di Reggio Calabria, che però l’avevano rigettata sostenendo che nel calcolo del tempo andavano considerate due sospensioni dei termini. Contro la decisione dei giudici di secondo grado i difensori si sono rivolti al riesame, che ha accolto l’istanza. La scarcerazione dei dodici imputati è arrivata proprio nel giorno in cui a Locri la corte d’assise ha emesso la sentenza ai 14 imputati che hanno scelto il rito ordinario. Otto imputati, tra cui Giovanni Strangio, ritenuto l’ideatore ed esecutore materiale della strage di Duisburg, sono stati condannati all’ergastolo; tre imputati hanno avuto pene dai 9 ai 12 anni e tre sono stati assolti.
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