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E’ arrivata in tarda mattinata la sentenza dei giudici della Corte d’Assise di Locri che hanno condannato all’ergastolo Giovanni Strangio, uno degli organizzatori ed esecutori della strage di Duisburg, nella quale il 15 agosto 2007 vennero uccisi sei giovani ritenuti vicini alla cosca rivale dei Pelle-Vottari.
Nell’ambito del processo, che ruota intorno alla faida che contrappone da vent’anni le cosche di San Luca, sono state condannate all’ergastolo altre 7 persone, tra cui anche Gianluca Nistra, marito di Maria Strangio, uccisa nel corso della faida. Alla lettura della sentenza erano presenti in aula anche alcuni familiari delle vittime di Duisburg, oltre alla telecamere della televisione tedesca.
Panico e lacrime tra i familiari degli imputati presenti al momento della lettura della sentenza. Quando il presidente della Corte d’assise di Locri, Bruno Muscono, ha condannato il primo imputato all’ergastolo, sono iniziati i primi trambusti e le scene di panico. La moglie di Giuseppe Nirta e madre di altri due imputati, tutti condannati all’ergastolo, ha iniziato a gridare frasi incomprensibili ed a dimenarsi sbattendo i pugni su un tavolo. “L’ergastolo, l’ergastolo….a loro no l’ergastolo», ha continuato a gridare.
La donna è stata poi allontanata dall’aula dai carabinieri ed accompagnata in una stanza adiacente. Anche nella stanza la donna ha continuato ad urlare frasi in dialetto ed a piangere. Poi, improvvisamente, ha smesso di dimenarsi ed ha iniziato a recitare una cantilena con una serie di preghiere e litanie. Anche gli altri familiari degli imputati hanno avuto momenti di commozione e rabbia ma in modo composto e senza creare problemi di ordine pubblico.

Soddisfazione è stata espressa dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri presente nell’aula: «Con la sentenza emessa oggi dalla Corte d’assise di Locri è stato messo un punto fermo sulla faida di San Luca». Gratteri, che aveva concluso la requisitoria con le richieste di condanna, ha coordinato le indagini delle forze dell’ordine che hanno portato ad individuare gli autori ed i mandanti degli omicidi della faida di San Luca, culminata con la strage di Germania commessa il giorno di ferragosto del 2007.
«Sono state accolte le nostre motivazioni – ha aggiunto – le prove e gli elementi che abbiamo raccolto hanno retto durante la fase dibattimentale. Non è stato un processo semplice ma siamo riusciti a fare piena luce su quanto è accaduto. Con la nostra indagine si è acclarato che la ‘ndrangheta è presente in modo forte in Europa ed anche nel resto del mondo. Le cosche sono capaci di gestire potere, anche quello economico. Ma tutto questo, per noi, non era una novità». «Con questa sentenza – ha concluso Gratteri – si prende atto che la ‘ndrangheta è ormai uscita dal perimetro dei confini calabresi ed italiani e si è radicata con forza anche all’estero».

Soddisfatta per la sentenza anche Maria Carlino, madre dei fratelli Francesco e Mario Pergola, uccisi il giorno di ferragosto del 2007 la nella strage di Duisburg che ha dichiarato: «Giustizia è fatta. Uccidendo i miei due figli – ha aggiunto – mi hanno tolto tutto. Per me e mio marito i nostri figli erano tutto. Ci hanno distrutto la vita privandoci degli affetti più cari che avevamo. Ancora una volta voglio ribadire che i miei figli erano in Germania per lavorare e sono stati uccisi perchè si sono trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Li hanno ammazzati per non lasciare testimoni». «Quanto è successo in Germania – ha concluso Carlino – non doveva accadere. Le autorità tedesche sapevano bene di avere nella pancia la ‘ndrangheta e non dovevano certo aspettare la morte di sei persone per intervenire».

LE CONDANNE
Oltre a Giovanni Strangio sono stati condannati all’ergastolo Francesco Nirta, di 37 anni; Giovanni Luca Nirta (42); Giuseppe Nirta, detto ‘Peppe u versù (71); Francesco Pelle detto ‘Ciccio Pakistan’ (34); Sebastiano Romeo (34); Francesco Vottari detto ‘Ciccio u Frunzù (40) e Sebastiano Vottari, detto ‘il Professore’ (28).
Inoltre sono stati condannati alla pena di 12 anni Antonio Pelle, di 23 anni; 9 anni ciascuno per Antonio Carabetta (59) e la figlia Sonia (29). Per i tre imputati il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a diciotto anni di reclusione.
Sono stati assolti Sebastiano Strangio, di 36 anni, per il quale il pm aveva chiesto la condanna all’ergastolo; Luca Liotino, di 39 anni (il pm aveva chiesto 15 anni); Antonio Rechichi, di 25 anni.

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