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POTENZA – Sono arrivate 5.300 domande, ma si sono presentati in circa 1.300: l’80 per cento in meno. Un 80 per cento che in due anni ha forse trovato un’occupazione o ha incontrato degli impedimenti fino a qualche tempo fa inimmaginabili. Il concorso alla Regione Basilicata, indetto nel 2009, è partito solo ieri e secondo le previsioni fino a venerdì vedrà impegnate più di 20 mila persone tra laureati e diplomati. La prova consiste in un quiz di 50 domande a cui rispondere in 50 minuti. Ieri è stata la volta dei laureati in Giurisprudenza ed Economia, per mansioni giuridico amministrative. Uomini e donne dai 30 ai 40 anni per lo più. Molti disoccupati o precari, con un sogno nel cassetto: il posto fisso. Livio Naccarati ha 38 anni, viene da Taranto ed è avvocato. «L’obiettivo è quello di avere la sicurezza di un lavoro a tempo indeterminato in un ente pubblico che non è un ente qualsiasi, in quanto ti dà la possibilità di carriera. Spero così di poter mettere finalmente su famiglia, grazie al reddito fisso». Livio non è l’unico proveniente da fuori regione. In tanti vengono dalla Puglia e dalla Campania, qualcuno dalla Calabria. È il caso di Giuseppe D., Giovanni M. e Daniela S. Giuseppe e Giovanni lavorano presso lo stesso studio di un commercialista a Salerno e sono entrambi precari. «La speranza è di trovare finalmente una sistemazione stabile», dicono. Sono tutti e tre sui 30 anni. Daniela è laureata in Conservazione dei beni culturali e affronterà la prova oggi. «Sarebbe ora che si raccogliessero i frutti dei tanti anni di studio – dice – Io sono disoccupata, nonostante la laurea e due master». Daniela é fidanzata con Giuseppe. Per loro un’eventuale assunzione potrebbe portare a una svolta nel rapporto sentimentale: «Un reddito fisso – aggiungono -ci consentirebbe di sposarci e crearci una famiglia». Anche chi una famiglia già ce l’ha vede nel lavoro in Regione una garanzia. Come Angela e Incoronata, di Potenza, entrambe avvocati, l’una con due figli e l’altra in attesa. «Ci sono molte donne e mamme – affermano – perché per una donna il posto in un ente pubblico, rispetto alle libere professioni, consente di conciliare casa, famiglia e lavoro più facilmente». C’è chi ha studiato tanto e crede molto nel concorso. I libri in mano fino a prima di entrare in aula, all’Efab di Tito, intento a ripetere e confrontarsi con i colleghi. Chi, invece, fa giusto un tentativo, convinto che i posti sono troppo pochi e i candidati troppo numerosi per potercela fare. Per tutti, il quiz è stato abbastanza fattibile, eccetto qualche domanda specifica, che solo chi ha già svolto quel lavoro può conoscere. Diversi si sono lamentati per la tempistica con cui sono state pubblicate le domande on line sul sito della regione – «una settimana prima è troppo tardi», hanno detto – e per le modalità con cui sono uscite: «mancavano le risposte e molte comprendevano un ventaglio di opzioni così ampio che era davvero difficile da individuare». Per il resto, trasparenza assoluta. Lo ha assicurato Plinio Venturini, responsabile del Comitato di vigilanza: «Tutto si è svolto nella massima trasparenza e correttezza. I risultati vengono comunicati alla fine della turnazione tramite lettura ottica immediata e sono consultabili la sera stessa sul sito della Regione Basilicata».
Anna Martino
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