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«Bisogna dire grazie al segretario Bersani (in foto), non tanto per aver evitato l’abolizione delle province, perchè questo è il meno, ma per aver affermato il primato della politica e il valore delle classi dirigenti impegnate sul territorio contro chi, anche nel nostro partito, è pervaso da una sorta di berlusconismo». Lo ha detto, in una dichiarazione, il Presidente della Provincia di Potenza e componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Upi nazionale, Piero Lacorazza (Pd), intervenendo nel dibattito sull’abolizione delle Province. «L’impressione alcune volte – ha continuato – è quella che si parli per aprirsi spazi di visibilità, per accarezzare il pelo dell’opinione pubblica, senza in realtà calarsi nella fatica della costruzione della decisione democratica. Sono state fatte riunioni ed incontri, con Davide Zoggia (responsabile Enti Locali della Segreteria nazionale del Pd) e Claudio Martini (presidente forum Enti locali del Pd), per definire una posizione di riforma, di razionalizzazione del sistema delle autonomie locali; una linea che riesca ad offrire al Paese più efficienza, qualità e meno costi. Non siamo un sindacato degli opportunisti, ma migliaia di rappresentanti eletti dal popolo, esperienze vecchie e nuove, energie vitali e, se consentite, viviamo uno stretto rapporto con i cittadini. Qualche giorno fa, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni del Consiglio provinciale di Basilicata – per la prima volta eletto e non nominato – ho avuto modo di sottolineare come si debba cominciare a pensare alla razionalizzazione delle 107 province, attualmente presenti, anche guardando all’istituzione delle Città metropolitane. Riflessione questa condivisa anche oggi dal capogruppo alla Camera Dario Franceschini, nel suo intervento pubblicato su Repubblica». «Non ci sentiamo una «casta» di nominati e di unti dal signore, di nani e ballerini o persone messe in una lista bloccata, ma anche in tanti Cda di enti inutili, che costano alle casse dello Stato circa 3 miliardi di euro, contro i 113 milioni di euro degli amministratori provinciali, che tra l’altro sono eletti dal popolo ed hanno un rapporto stretto con il territorio. Insomma spero – ha concluso – che ritorni la politica anche perchè immagino che se un giorno qualcuno dovesse proporre il voto per i bambini a dieci anni ci sarà comunque qualche zelante politico a chiedere l’abolizione delle mamme e dei papà che non acquistano le play station per i propri figli»

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