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Affidare la gestione del servizio idrico a un’azienda regionale pubblica per «favorire l’efficienza e l’efficacia», costituzione di un fondo per sostenere le spese dei residenti in situazioni economiche svantaggiate e «per finanziare progetti esteri», e trasformazione di «Acquedotto Lucano spa» in azienda pubblica regionale «Acquedotto lucano», fondata «sulla trasparenza» e sulla «partecipazione delle comunità locali».
Sono alcuni dei punti previsti nei 15 articoli della proposta di legge regionale «Gestione del servizio pubblico integrato – costituzione dell’azienda pubblica regionale ‘Acquedotto lucano’ (Al)», presentata questa mattina a Potenza dal consigliere regionale Alessandro Singetta (Api).
I referendum del 12 e 13 giugno, ha spiegato Singetta, «hanno dimostrato l’interesse dei lucani per questi temi» ed è «strano ascoltare questo silenzio ‘legislativo’ dopo il voto»: la gestione delle reti «deve essere quindi pubblica», e pertanto «il centrosinistra deve usare lo stesso impegno utilizzato per il raggiungimento del quorum». Acquedotto lucano è attualmente «una società per azioni a totale capitale pubblico – ha evidenziato Singetta – quindi ibrida»: in termini concreti diventerebbe vincolato «a criteri di trasparenza e, per la gestione, sotto il controllo delle istituzioni, mentre oggi opera da spa vera e propria, dalle assunzioni agli appalti». Singetta ha poi spiegato che «una delle prime modifiche a questa proposta sarà l’articolo che prevede l’abolizione di ‘Acqua spà e il trasferimento del personale ad Al».
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