X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Sit-in davanti al gate doganale del porto di Gioia Tauro organizzato dalla Filt Cgil e dalla Fiom, per chiedere l’attenzione del governo sulla vertenza che riguarda il porto, contro i ritardi sulla chiarezza degli esuberi e sul futuro dello scalo portuale. Alta la tensione dei lavoratori mentre le organizazioni sindacali aspettano da giorni che la vertenza venga attentamente affrontata dal Governo: «Si tratta di un passaggio chiave – afferma Salvatore Larocca della Filt regionale – per capire come evolverà la situazione. Puntiamo a fare di Gioia Tauro una vertenza nazionale. La soluzione al problema dovrà garantire comunque tutti i livelli occupazionali. Nessun posto di lavoro dovrà andare perduto». «L’utilizzo degli ammortizzatori sociali – ha aggiunto Larocca – dovrà essere comunque utilizzato per il tempo strettamente necessario ad un rilancio vero del porto. L’avvio della logistica non potrà essere comunque essere una soluzione immediata e per questa ragione chiediamo che il Governo si faccia carico di potenziare i volumi di traffico nello scalo in quanto le previsioni di traffico nel Mediterraneo entro i prossimi anni sono comunque in forte crescita. Il presidnete della Regione Giuseppe Scopelliti dovrà chiedere impegni concreti al governo nazionale per Gioia Tauro, in quanto è l’unica realtà che ha consentito in questi anni, e potrà continuare a farlo per il futuro, l’unica possibilità di riscatto sociale ed occupazionale dellla regione». Al sit in prendono parte anche i sindaci di Rosarno, Laureana di Borrello e San Ferdinando, il consigliere provinciale di Prc Longo e numerosi lavoratori. Per stasera intanto la Diocesi di Oppido-Palmi ha organizzato una veglia di preghiera per il porto.
Altra iniziativa è quella dei lavoratori stanno sottoscrivendo un documento per invitare le altre sigle sindacali ad inasprire la lotta: «Considerato lo stato di crisi che si è creata nell’area industriale e nel porto di Gioia Tauro, i lavoratori chiedono a tutte le organizzazioni sindacali di aderire al sit-in al fine di scongiurare l’ennesimo fallimento che si prospetta per la nostra area. Chiediamo alla politica di intervenire e di farsi portavoce dei nostri problemi. Pensiamo che lo stato di mobilitazione debba continuare con forme di lotta più incisive e che la lotta deve essere fatta in maniera unitaria». Resta da capire quale sarà la reazione delle altre organizzazioni sindacali che al momento sembrano essere attendiste.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE