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E’ tornata in carcere Giuseppina Pesce, di 32 anni, ex collaboratrice di giustizia, figlia del boss detenuto Salvatore Pesce, ritenuto a capo, assieme al fratello Antonino, dell’omonima cosca che assieme ai Bellocco controlla il territorio di Rosarno. La decisione è del gip del tribunale di Reggio, Roberto Carrelli Palombi che ha disposto a suo carico la sostituzione della misura cautelare degli arresti domiciliari con la custodia in carcere.
La donna era stata arrestata la scorsa settimana ad Aprilia, nel Lazio, dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con l’ausilio di quelli di Latina. La donna era in compagnia della figlia più piccola e del compagno che era stato inserito a sua volta nel programma di protezione, revocato il 18 maggio scorso dopo la decisione della Pesce di interrompere la collaborazione. Con le sue dichiarazioni Giuseppina Pesce ha contribuito in passato a ricostruire l’organigramma e l’attività della cosca omonima di Rosarno, fornendo indicazioni determinanti per l’esecuzione di numerose operazioni di polizia. Grazie alle sue parole, in aprile, erano state nuovamente arrestate la madre e la sorella, Angela Ferraro e Marina Pesce, di 48 e 29 anni, sulla base di un provvedimento che ripercorreva gli aspetti salienti della sua collaborazione. La decisione di revocare i domiciliari è stata presa dal gip di Reggio Calabria dopo che lo scorso 9 giugno aveva disposto la traduzione con scorta della Pesce a Vibo Marina dove doveva essere sottoposta ai domiciliari, accertata l’inidoneità della precedente località dove la donna si trovava in precedenza. Il provvedimento non era stato eseguito proprio perchè Giuseppina Pesce si era resa responsabile di evasione dai domiciliari.
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