3 minuti per la lettura
Operazione dei Carabinieri di Bologna, supportati dai colleghi dei Comandi Provinciali di Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Forlì, Rovigo e Reggio Calabria che hanno eseguito 32 ordinanze di custodia cautelare, e 59 perquisizioni domiciliari, disposti dall’Ufficio Gip di Bologna su richieste formulate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, nei confronti di altrettanti appartenenti ad un’organizzazione criminale, promossa prevalentemente da soggetti di origine calabrese e collegati alle consorterie ‘ndranghetiste Nirta-Strangio, finalizzata al traffico di stupefacenti.
Le attività sono svolte attraverso un dispositivo composto da oltre 250 militari del Comando Provinciale di Bologna e di altri Comandi dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Calabria, supportate da 2 unità cinofile e da un elicottero del 13* Nucleo Elicotteri di Forlì. Le operazioni hanno impegnato 250 militari del Comando Provinciale di Bologna e di altri Comandi dell’Emilia Romagna, del Veneto e della Calabria, supportate da 2 unità cinofile e da un elicottero del 13 Nucleo Elicotteri di Forlì. L’operazione ha portato alla scoperta di un sistema criminale composto da professionisti incensurati, alcuni anche con un titolo di studio universitario e con attività lavorative remuneratrive (nell’ambito della ristorazione o dei locali notturni) che ricevevano dalla Calabria, in particolare San Luca (Rc) a più riprese e con un flusso costante, quantitativi medi di cocaina per poi gestirla in modo autonomo e rivenderla sulla piazza bolognese.
Questa una particolarità dell’indagine dei carabinieri di Bologna che ha permesso di sgominare un sodalizio criminale dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Complessivamente sono state emesse dal Gip di Bologna 32 ordinanze cautelari di cui 21 in carcere e 11 agli arresti domiciliari.
Non tutte le misure sono state eseguite anche perchè alcune riguardano cittadini stranieri (parte dello stupefacente si presume provenisse anche dall’Albania) che probabilmente sono reimpatriati. Sono 90, in totale gli indagati e nel corso dell’operazione, partita due anni e mezzo fa, sono stati sequestrati sei chilogrammi di cocaina. Gli investigatori non avrebbero elementi certi per affermare che alcuni dei soggetti coinvolti siano appartenenti a cosche della ‘ndrangheta anche se emerge il fatto che la loro provenienza coincida con aree geografiche ad altà densità mafiosa.
A cinque arrestati (tre calabresi e un bolognese) si contesta il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti mentre per gli altri si ipotizza la detenzione e lo spaccio di droga. I militari hanno anche identificato circa 300 assuntori di cocaina tra cui molti professionisti, avvocati, commercialisti, medici,infermieri, attori e commercianti.
Le indagini sono iniziate nell’ottobre 2008 dopo il monitoraggio di una pizzeria d’asporto nel quartiere San Donato. Dalle successive verifiche è emerso che la droga proveniva parte dall’area calabrese di San Luca e parte dall’Albania e dall’Olanda per poi essere distribuita a macchia di olio sul capoluogo emiliano. Lo stupefacente poi veniva confezionato e venduto ai clienti presso un distributore di benzina nella prima periferia di Bologna. Proprio vicino a questo benzinaio sono stati fermati alcuni spacciatori. Stavano viaggiando in auto mentre ascoltavano un cd con la canzone «Il Latitante»che esalta i ‘malandrini’ nella fuga dalle forze dell’ordine.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA