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Una raffineria di droga, riconducile alla ‘ndrangheta, è stata scoperta a San Salvo (Chieti), dai carabinieri di Pescara che hanno anche arrestato quattro persone e sequestrato 2,5 chili di cocaina. Gli arrestati sono tre calabresi appartenenti al clan Ferrazzo, operante nel Crotonese, e una romena. In manette il capo clan, Eugenio Ferrazzo detto ‘Roberto il calabrese’, la moglie, Maria Grazia Catizzone (28), di Mesoraca, Rocco Perrello (33), di Scilla (Reggio Calabria), e Elena Alina Anton (27), romena, residente a San Salvo (Chieti). Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga tra l’Abruzzo e il Molise. I quattro sono stati bloccati in un garage della cittadina abruzzese adibito a raffineria di droga e dentro al quale sono stati trovati i due chili e mezzo di cocaina in panetti, 5 pistole con matrice abrasa, diecimila euro in contanti, due auto e altrettante moto.
Il clan, secondo gli inquirenti, acquistava la droga in Sud America per poi spacciarla in Italia. Eugenio Ferrazzo (figlio di Felice Ferrazzo, capo dell’omonimo clan della n’drangheta, protagonista negli anni 90 nel crotonese di una numerosa serie di delitti), già in passato era stato coinvolto in traffici internazionali di droga e arrestato nel 2003 in Ecuador sotto il falso nome di Roberto Giorgi.
Come ha spiegato in conferenza stampa a Pescara il colonnello Marcello Galanzi, gli arresti seguono quello avvenuto nel marzo scorso, quando finì in manette il romeno Brea Comas Stali, fermato con 1,5 kg di eroina, e quelli effettuati il 5 maggio scorso a Mariano Comense (Como), quando furono arrestati (nell’occasione fu sequestrato un altro chilo di cocaina) Antonio Pinna (45), cagliaritano, Junior Domingo Catanzaro (70) – brasiliano residente a San Salvo (Chieti) e convivente di Elena Alina Anton e Sergio De Pascalis di Latisana (Udine), ma residente a Vasto (Chieti). I quattro erano in affari con il clan Ferrazzo sgominato dai carabinieri di Pescara. Con l’operazione i carabinieri ritengono di aver «stroncato il livello superiore. Il livello locale è stato costantemenete perseguito con altre operazioni -ha spiegato Galanzi- e stavolta siamo saliti di livello». I carabinieri ritengono che il gruppo fosse pronto ad approdare a Pescara.
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