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I numeri dell’inchiesta che sta colpendo l’ateneo di Arcavacata sono destinati a salire. La Procura di Cosenza punta a fare luce su una serie di irregolarità nella registrazione di migliaia di esami presso l’Università della Calabria di Arcavacata. Al momento, come noto, la lente di ingrandimento del pubblico ministero Antonio Bruno Tridico è puntata sulla Facoltà di Lettere e Filosofia, ma l’indagine è destinata a coinvolgere l’intero ateneo.
Fino alla giornata di ieri gli statini sospetti al vaglio dei magistrati inquirenti erano 800, ma il numero è destinato ad aumentare. Il procuratore capo bruzio Dario Granieri ci tiene a sottolineare che al momento non ci sono indagati. Certo è che in vicenda i docenti dell’Unical sono parti lese e non parte attiva del falso messo in atto da persone “da identificare”.
L’inchiesta è partita proprio dalla segnalazione di un docente, il professore Bondì, in merito a un esame di “Storia del pensiero scientifico”, datato 18 luglio del 2007. La firma sullo statino è risultata falsa. Quindi l’invio di un’informativa del rettore Giovanni Latorre alla Procura di Cosenza, che in questi giorni ha acquisito presso la segreteria dell’Unical copia degli statini sotto accusa. Latorre ha disposto anche una indagine interna mentre avranno molto da lavorare i magistrati bruzi, che al più presto sentiranno i professori che hanno denunciato i falsi sugli statini, i responsabili delle varie segreterie, così come quelli dell’Area didattica dell’ateneo di Arcavacata, che, su precise direttive del rettore, hanno eseguito i controlli sugli statini sospetti. Sarà sentito anche lo studente sul cui statino è comparsa la falsa firma del professore Bondì. Il giovane si sarebbe dovuto laureare ieri. La seduta è stata sospesa in attesa che si faccia chiarezza sull’intera vicenda.

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