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Aziende, terreni, automezzi personali ed aziendali e conti correnti riconducibili all’imprenditore o ai suoi familiari. I beni oggetto della confisca per un valore di 50 milioni di euro, disposta dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale, erano stati sequestrati nel 2007 su proposta del direttore della Dia. Adesso è giunta la confisca al termine degli accertamenti compiuti dal Centro operativo di Reggio Calabria della Dia dai quali sarebbe emersa la provenienza illecita dei primi capitali investiti dall’imprenditore, Salvatore Domenico Tassone, 63 anni, legato, secondo gli investigatori alle cosche Longo e Versace di Polistena e, per vincoli di parentela, al gruppo Ierinò di Gioiosa Ionica per essere il consuocero di Vittorio Ierinò. L’uomo è rimasto coinvolto, nel 2007, nell’operazione Arca che aveva portato all’arresto di 15 esponenti di cosche delle province di Reggio Calabria e di Vibo Valentia, accusati di essersi infiltrati negli appalti e nei subappalti per i lavori di ammodernamento di alcuni tratti dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. Tassone era stato condannato in primo grado ad otto anni ed otto mesi di reclusione. Nel dicembre del 1994 Tassone, mentre viaggiava in auto insieme al figlio, fu ferito in un agguato compiuto da tre persone armate di fucili caricati a pallettoni.

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