5 minuti per la lettura
Lo Stato e i poteri il centro del discorso di Silvio Berlusconi ieri a Crotone, nel corso di un comizio per sostenere Dorina Bianchi candidata alla poltrona di Primo cittadino. Il premieri ha parlato della legge che presto arriverà in Consiglio dei Ministri per dare meno poteri al Capo dello Stato e più al premier ed al governo. Il ‘cuore’ della nuova ‘riforma epocale’ Silvio Berlusconi l’ha spiegata proprio nella città di Pitagora, precisando però che «la nuova architettura dello Stato entrerà in vigore quando il mandato di Napolitano sarà scaduto».
Una puntualizzazione rafforzata dal premier con l’accusa nei confronti dei giornali che «ce la mettano tutta per creare distanze tra me e il Capo dello Stato che invece non ci sono». I toni sono comunque quelli quelli da ultimi giorni di campagna elettorale e così dopo l’ennesimo affondo contro i pm di sinistra da lui definiti «malattia della democrazia» il premier ha annunciato che, grazie «alla compattezza della maggioranza» il governo potrà non solo «terminare gli ultimi due anni di legislatura» ma anche «portare a termine quelle riforme che non sono state realizzate per il veto di Fini e Casini».
Nella mente del premier c’è dunque la modifica dell’assetto Istituzionale: «Il presidente del Consiglio nel nostro Paese non ha poteri» mette in chiaro il Cavaliere spiegando come una riforma sia «indispensabile» e debba contenere tre punti fondamentali: «Cambiare la composizione della Corte costituzionale – spiega – cambiare i poteri del presidente della Repubblica e come in tutti i governi occidentali dare più potere al presidente del Consiglio e al Governo».
Un ragionamento, secondo i sostenitori del premier, che non rappresenta assolutamente un attacco alla figura del capo dello Stato: «Sono stato travisato – avrebbe detto Berlusconi ragionando dopo con alcuni suoi uomini prima di lasciare Crotone – io ho solo parlato dei contenuti della riforma una cosa che faccio sempre». È la Consulta ad essere poi presa di mira dal premier: «Ormai – sottolinea – è diventata un organo politico e non è più di garanzia». Alla Corte Costituzionale il Cavaliere rimprovera di «abrogare tutte le leggi che non piacciono ai Pm. Non si può andare avanti così – è il giudizio – perchè così la sovranità non appartiene più ai cittadini».
Altro punto sul quale Berlusconi si è soffermato è stato la richiesta della separazione delle carriere tra giudice e pm «l’unica garanzia per avere un processo giusto», sottolinea ancora Berlusconi che poi ribadisce la richiesta che ci sia la responsabilità civile anche per i magistrati: «Se un magistrato viola la legge dovrebbe, come tutti gli altri cittadini italiani, pagare i danni».
La presenza in platea di tutto lo stato maggiore del Pdl locale tra cui i due nuovi sottosegretari calabresi, Aurelio Misiti e Giuseppe Gentile, è l’occasione poi per sottolineare ancora una volta che «con la nuova maggioranza il governo andrà avanti» visto che «l’agguato tentato da Fini il 14 dicembre non è andato in porto. Il ribaltone è fallito».
Ed è proprio al presidente della Camera che il premier non risparmia l’ennesimo affondo: «Nell’ultimo anno il governo, la maggioranza e il Pdl hanno sofferto di una malattia interna, e cioè la diaspora di Fini, che per un anno ci ha punzecchiato». Quindi l’affondo contro i leader della sinistra che «si lavano poco».
Infine al promessa di allargare ancora di più la compagine di governo «non per dare più stipendi pubblici» ma per garantire la governabilità ecco perchè «nel prossimo consiglio dei ministri ci sarà la legge per aumentare il numero dei membri del governo». Prima del rientro a Roma il Cavaliere si è ferma a salutare lo stato maggiore del partito, poi un augurio al figlio di Dorina Bianchi che oggi festeggia il compleanno e qualche battuta ironica sul bunga bunga e racconta un sondaggio tutto al femminile: «Un sondaggio dice che il 33% delle donne vorrebbe andare al letto con il presidente del Consiglio mentre il restante 66% ha risposto: ancora?».
PER IL PREMIER ANCHE STRISCIONI, INSULTI E FISCHI
E’ stato accolto a suon di fischi e insulti ieri pomeriggio Silvio Berlusconi, contestato da decine di studenti, precari, disoccupati, cittadini comuni e sindacalisti. Qualcuno è anche arrivato da Cosenza, per protestare contro il Cavaliere e quelle che sono state definite, “politiche individualiste”.
“Siamo arrivati da Cosenza perché crediamo che sia vergognosa la presenza di Berlusconi a Crotone. Forse ha dimenticato che questa città è stata avvelenata e che il governo non ha mai fatto nulla per questo territorio, per la regione e per il sud. Cosa può venire a raccontare? Ci sorprende solo una cosa che fino a qualche mese fa noi e la Bianchi combattevamo dentro il cpt di Crotone per la sua chiusura, e oggi è sul palco ad appoggiare le politiche xenofobe del premier”, ha detto Delio De Blasi, sindacalista della sezione provinciale di Cosenza della Cgil.
Con lui anche il dipartimento immigrazione. Della Cgil crotonese che ha esposto un cartello: “Silvio non C. i. e. mai piaciuto”. “Questo governo – ha detto Carmen Messinetti responsabile della categoria immigrazione – ha messo in atto politiche xenofobe, queste non ci sono mai piaciute, anche perché a Crotone viviamo con il centro di accoglienza più grande d’Europa. Qui abbiamo accolto e continuiamo ad accogliere centinaia di migranti”. E poi ancora insulti dalla folla e volantinaggio da parte dell’associazione “Fabbrikando l’avvenire” che ha chiesto a Berlusconi di ricordare “i morti dell’Eni e le numerose vertenze occupazionali sult territorio”, come ha detto il portavoce dell’associazione Davide Dionesalvi. E poi ancora striscioni sarcastici e tanti precari e cittadini arrivati davanti i cancelli verdi per contestare “un presidente che ha preso in giro l’Italia e il Sud – ha detto Giovanna, una giovane disoccupata – qui mancano le strade e lui ripropone ancora il ponte di Messina. Ma come arriviamo a Messina senza un’autostrada?”.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA