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Dopo una camera di consiglio durata poco più di un’ora il gup Tiziana Petrocelli ha assolto il deputato del Pd Salvatore Margiotta dall’accusa di corruzione “perchè il fatto non sussiste”. La sentenza è arrivata dopo la discussione delle parti. L’accusa aveva chiesto una condanna a tre anni di reclusione e l’interdizione temporanea dai pubblici uffici. L’assoluzione è stata invece la richiesta formulata dalla difesa che ha optato per il rito abbreviato. L’indagine condotta dal pm Henry John Woodcock, oggi in servizio a Napoli, riguardava l’ipotesi che esistesse in Basilicata una vera e propria associazione a delinquere tra policiti, e imprenditori senza scrupoli impegnata a spartirsi le risorse derivanti dalle concessioni petrolifere sul territorio. Sul registro degli indagati era finito anche il nome del presidente della Regione Vito De Filippo, poi archiviato. Margiotta era accusato di aver fatto pressioni sui vertici di Total Italia perchè l’appalto per i lavori di preparazione del sito dov’è in costruzione il centro olii Tempa Rossa (un’infrastruttura fondamentale per le estrazioni nell’area della Valle del Sauro) venisse assegnato a un’associazione di imprese locali. I vertici (già sostituiti) della multinazionale francese e gli imprenditori che di fatto si sarebbero aggiudicati la gara, annullata in seguito dal commissario giudiziale incaricato, restano imputati e dovranno comparire domattina nel Palazzo di giustizia di Potenza per l’inizio dell’udienza preliminare. Con loro anche l’ex sindaco di uno dei paesi “petroliferi”, Gorgoglione, Ignazio Tornetta, e l’ex presidente della Provincia di Matera, Carmine Nigro.
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