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Ultima settimana di lavoro per i giallorossi di Aloi. Da lunedì prossimo il Ceravolo rimarrà vuoto e toccherà aspettare sino al prossimo mese di giugno prima di sapere con certezza se il Catanzaro sarà ancora una società di calcio. Al momento la retrocessione arrivata sul campo rimanda la squadra giallorossa tra i dilettanti dopo circa sessant’anni di professionismo è l’unica certezza. Un epilogo al quale, forse, si sarebbe potuto ovviare se solo ci fosse stata una migliore programmazione ad inizio stagione. Intanto questa mattina la Corte di Giustizia Federale dovrà pronunciarsi sul caso Pomezia. Una sentenza che potrebbe ribaltare quella già emessa dalla Commissione Disciplinare Nazionale che, in prima decisione, ha assegnato quindici punti di penalizzazione alla squadra laziale, ridimensionando le richieste del Procuratore Federale Stefano Palazzi che aveva previsto, per la squadra laziale, la retrocessione all’ultima posizione della classifica. Per l’udienza di appello, che potrebbe confermare quella della Disciplinare o, al contrario, accogliere le nuove richieste della Procura Federale (retrocessione d’ufficio del Pomezia) anche il Catanzaro è parte in causa considerato che il curatore fallimentare, Giulio Nardo, sembrerebbe aver depositato una relazione che giustificherebbe l’interessamento dell’Fc nella vicenda. Nell’ipotesi di retrocessione della squadra laziale, infatti, il Catanzaro conserverebbe la categoria annullando, di fatto, la retrocessione. Venerdì 6 maggio prossimo, invece, il giudice delegato al fallimento Song Damiani presiederà l’udienza per l’esame dei crediti sportivi dell’Fc. Trentotto, in totale, le domande depositate da calciatori, tesserati e dipendenti della società giallorossa. Il 10 maggio prossimo, invece, ci sarà l’udienza per la vendita dell’azienda calcistica Fc Catanzaro SpA per la quale sembrerebbe sia stato fissato un valore quantificato in 100mila euro. A seguire, ed arriviamo verso la fine del mese di maggio, il curatore fallimentare dovrà presentarsi negli uffici romani della Federazione Italiana Giuoco Calcio dove i vertici federali quantificheranno il valore del titolo sportivo. Valore che, a detta dei più informati, non dovrebbe superare qualche decina di migliaia di euro. Una cifra accessibile, non c’è dubbio, ma a questa si dovrà aggiungere quella relativa all’acquisto dell’azienda calcistica (100mila euro) e quella relativa ai crediti vantati dalla federazione per quelli che sono i contributi previdenziali sui contratti.
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