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Per mesi ha collaborato con la giustizia, ma poi ha detto basta ed ha annunciato che avrebbe ritrattato, anche se il suo legale avrebbe lasciato intendere che il pentimento della donna è scaturito dalle pesanti pressioni dei magistrati della Dda. Il Procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone dice: «Non meritano alcun commento le affermazioni riportate oggi dalla stampa secondo cui Giuseppina Pesce sarebbe stata “costretta a pentirsi”».
Nella lettera che il legale di Giuseppina Pesce, ha reso nota, in particolare, la donna sostiene di avere fatto le sue dichiarazioni d’accusa perchè non poteva sopportare di stare lontano dai suoi tre figli, uno dei quali con problemi di salute, dopo essere stata trasferita, malgrado la sua richiesta di essere portata a Reggio Calabria, nel carcere di Milano. Pignatone, ovviamente non entra nel merito della lettera e delle accuse che vengono mosse alla Procura, si limita a dire che «La signora Pesce Giuseppina è stata arrestata per associazione mafiosa ed altri reati con provvedimento del giudice confermato dal Tribunale del riesame e poi dalla Corte di cassazione. Il 14 ottobre 2010 ha chiesto di collaborare con l’autorità giudiziaria e per quasi sei mesi ha reso dettagliate dichiarazioni, molte delle quali sono state già riscontrate e ritenute attendibili in più provvedimenti dei giudici di Reggio Calabria. La sua posizione e quella degli altri imputati del processo All Inside sarà valutata dal Tribunale di Palmi nel processo che inizierà il 12 luglio 2011 a seguito del rinvio a giudizio disposto il 22 aprile scorso». Dunque si vedrà al processo.
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