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Proseguono le indagini sulla morte di Gianluca Grillo, lo studente di Economia dell’Unical, “Panda” per gli amici, 28 anni di Torre Melissa (Kr). Tre i giovani arrestati poche ore dopo la morte di Gianluca, risalente a lunedì 18 aprile scorso. Si tratta di Giuseppe Delia, Mattia Campilongo e Davide Merando, anch’essi universitari, per i quali l’accusa è di detenzione di 347 grammi di marijuana.
Per il gip Carpino «non residuano dubbi in ordine alla responsabilità di Delia, Campilongo e Merando per il reato di detenzione illecita di sostanza stupefacente». Soffermandosi su quanto sarebbe accaduto tra la sera del 17 aprile e la mattina del 18, lo stesso gip, sulla scorta dell’informativa redatta dalla Squadra Mobile di Cosenza, ha scritto che «dalle dichiarazioni rese dagli amici del Grillo emerge che lo stesso, la sera del 17 aprile, aveva assunto marijuana, sia prima che dopo cena, e, dopo qualche tempo dall’assunzione, aveva avvertito dei malori e, in particolare, a tossire e vomitare. Posto che la mattina del 18 il Grillo – scrive sempre il gip Carpino nell’ordinanza appena depositata – continuava a palesare difficoltà respiratore», tre suoi amici «tentavano di trasportarlo al pronto soccorso senza però alcun esito». Questo sarebbe accaduto, secondo il gip, subito dopo la notizia della morte di Grillo: «Una volta giunti nell’abitazione di via Alessandro Magno i tre (Delia, Campilongo e Merando, ndr) si dirigevano subito verso la stanza del Grillo, ove il Delia prelevava una busta di plastica uso spesa, che riempiva di cinque piantine da lui spezzettate, provvedendo a buttare nel water un’altra parte di marijuana pari all’incirca ad altre due piantine. Il Delia continuava a rovistare nella stanza del Grillo, ove rinveniva tre vasetti contenenti marijuana, che consegnava al Merando che, a sua volta, li occultava nella soffitta del palazzo. Infine – scrive il giudice Carpino – i tre cercavano di occultare ogni traccia della sostanza stupefacente, ripulendo con uno spazzolone e un secchio d’acqua la stanza del Grillo». A tal proposito, Merando nel corso dell’interrogatorio ha ammesso che «mentre io spazzavo per terra e Mattia puliva la cucina, Giuseppe buttava della droga nel bagno; mentre ricordo che nascondeva altra marijuana in una busta di plastica per la spesa».
Campilongo, da parte sua, ha aggiunto che «dopo aver appreso la notizia del decesso, ho fatto un giro di telefonate con amici… poi abbiamo deciso di recarci in casa di Gianluca per mettere in ordine. Pensavo che vi si potesse trovare sostanza stupefacente, ma non che ce ne potesse essere quanta ne abbiamo trovata». A detta del gip «va considerato detentore non solo chi abbia la droga presso di sé, fisicamente, ma anche chi, pur in assenza di alcun contatto materiale, ne può deliberatamente disporre, conoscendo (come in questo caso, ndr) il luogo di custodia e avendone il libero accesso». Il pm Visconti sta proseguendo le sue indagini anche per fare luce sulle cause del decesso di Gianluca. Per il reato di morte come conseguenza di altro delitto oltre ai tre giovani risultano indagati altri due universitari (D. P. di Crotone e V. G. di Catanzaro) e una sesta persona, un sanitario, da identificare.
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