3 minuti per la lettura
Il caso di Cristian non sarebbe stato il primo. La vicenda del piccolo di sei anniil colpito a calci e pugni da due coetanei durante la ricreazione nella scuola elementare Casalinuovo, non sarebbe stata l’unica. Una realtà terribile quella che sta emergendo in questi giorni che seguono l’episodio di cronaca che ha avuto per protagonisti tre bambini di sei anni.
Il signor Matera racconta che suo figlio nel mese di novembre è stato chiuso in bagno da altri coetanei e lì sarebbe scoppiata una lite. Il bambino non ha raccontato tutto ai genitori subito, solo dopo qualche giorno, come fanno di solito i bambini, ha chiesto al padre di poter cambiare classe.
E ancora qualche mamma, ha dichiarato che ogni tanto spuntano anche dei coltelli puntati alla gol dei più piccoli. E non solo a scuola, ma anche negli oratori o comunque in tutti quei luoghi di aggregazione frequentati dai più piccoli. Parole pesanti che feriscono un’intera comunità.
Ieri Antonella Stasi, vice presidente della giunta regionale ed Elga Rizzo, commissario dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, hanno fatto visita al piccolo Cristian: «Tutti siamo colpiti da quanto accaduto. Io, forse, da mamma – ha dichiarato la Stasi – l’ho avvertita maggiormente. E immagino che non sia semplice superare simili momenti per il bimbo e per la sua famiglia».
«L’importante – ha proseguito Antonella Stasi – è che adesso Christian stia bene e che venga dimesso tra qualche giorno. Mi compiaccio, tra l’altro, con la qualità del servizio offerta dalla classe medica che è stata al fianco del bimbo. E poi sono vicina ai genitori. Sarà scontato dirlo, ma è così: cose del genere non dovrebbero mai accadere».
«Siamo fortemente preoccupati per il dopo – ha sottolineato ancora il vice presidente della giunta regionale – per la scuola dove è avvenuta la vicenda, per gli altri alunni e per le vittime che non sono soltanto i bambini ma, sicuramente, chi vive in un contesto sociale complesso, come la classe Rom». «Classe Rom – ha aggiunto Antonella Stasi – che è stata fortemente colpita da un problema che, inevitabilmente, si farà sentire nei prossimi giorni, allorché noi saremo chiamati ad andare a verificare la situazione. Infatti, in un contesto sociale del genere, bisogna lavorare anche sulla sorveglianza, in una scuola, tra l’altro, dove il 40% dei ragazzi è rom. Non si tratta di discriminare, ma semmai bisogna capire che si tratta di ragazzi che provengono da contesto sociale particolare. Ecco perché c’è bisogno di una maggiore attenzione e di una particolare cura per loro integrazione».
Le condizioni del piccolo Cristian sono migliorate, anche se resta ancora ricoverato nel reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale di Catanzaro, dove è accudito costantemente dal padre e dalla madre. Dopo il drenaggio del sangue, a seguito dell’emorragia interna per i calci che avrebbe ricevuto all’addome, i medici seguono con attenzione il decorso post operatorio. Il bimbo, secondo quanto è stato possibile apprendere, è vigile e appena starà meglio potrà raccontare la sua versione dei fatti agli uomini della polizia di Catanzaro che conducono le indagini. Al momento sarebbero due i bambini di etnia rom individuati dagli investigatori come i possibili autori dell’aggressione. Su questo, però, si mantiene il più stretto riserbo.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA