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La Provincia di Potenza e la fondazione antiusura «Interesse uomo» stanno valutando la possibilità di utilizzare un fondo di circa 200 mila euro per aiutare le famiglie che, ai limiti dell’usura, richiamano i loro figli che studiano all’università per contenere le spese. L’iniziativa è stata annunciata stamani, a Potenza, dai presidenti della Provincia e della fondazione, Piero Lacorazza e don Marcello Cozzi, nell’incontro con i giornalisti convocato per illustrare il bilancio 2010 dell’organizzazione antiusura. Il progetto per aiutare – sulla base del merito – le famiglie degli studenti in pericolo di abbandonare gli studi universitari è allo studio ma potrebbe anche scattare con l’inizio del prossimo anno scolastico. Si tratterebbe di una misura di “credito etico», per dilatare su più anni lo sforzo economico che le famiglie normalmente sopportano per consentire ai figli di vivere fuori sede. Illustrando i dati sull’attività svolta lo scorso anno, don Cozzi ha definito il fenomeno dell’usura «esteso e presente» in Basilicata (che è al quarto posto fra «le regioni a rischio», secondo l’ufficio studi della Camera di commercio di Mestre), dove fa parte «della cifra oscura dei delitti non denunciati», ha aggiunto, citando la relazione del Procuratore generale di Potenza, Massimo Lucianetti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Per quanto riguarda il fondo antisura, nel 2010 le richieste ricevute dalla fondazione sono state 85, mentre le prestazioni di garanzia concesse sono state soltanto sette: «Non tutti – ha spiegato don Cozzi – hanno i requisiti previsti dalla legge ma soprattutto vengono da noi quando già non si può più fare nulla». Nel settore del credito etico, sono state 22 le persone che si sono rivolte ai centri di ascolto della fondazione (dieci lavoratori dipendenti, tre disoccupati, un pensionato, sette lavoratori autonomi e due imprenditori). Infine, per quanto riguarda «il microcredito diretto per le emergenze», istituito in collaborazione con l’Unitalsi, nel 2010 le richieste di aiuto sono state 17: «In questo caso – ha spiegato don Cozzi – tocchiamo con mano vere storie di povertà e di famiglie che, per dignità, non si rivolgono neanche alla Caritas». La fondazione ha rilevato, oltre all’aumento delle necessità e dei problemi a causa della crisi economica globale, anche una certa incapacità delle persone colpite dalla riduzione di lavoro o dalla mancanza totale di esso di ridimensionare il loro tenore di vita, di ridurre le spese. Due altri aspetti, infine, sono stati evidenziati dal presidente di «Interesse uomo». Il primo rientra nella riflessione generale sui 135 miliardi annui di entrate della criminalità organizzata: al primo posto vi è la droga, ma al secondo c’è l’usura», «che è un affare – ha spiegato – anche per le ‘piccole mafiè, perchè le vittime collaborano. Così soldi sporchi entrano nell’economia pulita». La seconda questione riguarda il sensibile aumento delle persone che si indebitano per il gioco: sia il gioco d’azzardo vero e proprio, sia per il ricorso ossessivo alle lotterie e ai giochi legali: “In questo caso – ha concluso don Cozzi – chi si rivolge a noi deve anche accettare di farsi seguire per uscire da una dipendenza devastante»

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