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E’ fissato per il prossimo 17 maggio il giudizio d’appello per Vito Gallè, 44 anni, di Serra San Bruno (VV), condannato a 22 anni di reclusione per concorso nel duplice omicidio pluriaggravato di Angelo Gravè, di 42 anni, e di suo cognato Giuseppe Campese, di 35, entrambi raggiunti da diversi colpi di fucile, carabina e pistola il 18 febbraio del 2008, per liti dovute a questioni di vicinato. La Corte d’assise d’appello di Catanzaro è chiamata pronunciarsi sul ricorso con cui i difensori di Gallè, gli avvocati Giancarlo Pittelli e Antonio Porcelli, hanno impugnato la sentenza di primo grado emessa il 22 giugno scorso, quando l’uomo fu condannato anche alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dei pubblici uffici, dell’interdizione legale per la durata della pena, e della sospensione dalla potestà genitoriale per lo stesso periodo, nonchè a risarcire alle parti civili – rappresentate dall’avvocato Silvio Sorrentino – i danni, da liquidarsi in separata sede (anche se la Corte d’assise ha già stabilito provvisionali nella misura di 20.000 euro per tre parti offese, e 40.000 per la quarta). Vito Gallè è una delle tre persone che sono state accusate degli omicidi premeditati dei due cognati Gravè e Campese che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, erano finiti in un vero e proprio agguato dal quale il primo non ebbe scampo e morì sul colpo, mentre il secondo spirò dopo qualche ora in ospedale.
All’origine del duplice delitto, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, la servitù di passaggio su una strada che attraversa le proprietà di Gallè che aveva già provocato numerosi scontri. A imbracciare le tre armi utilizzate, secondo le iniziali accuse, furono Rocco Salvatore Gallè, di 69 anni, il quale si costituì spontaneamente ai carabinieri, ed i suoi figli, Bruno e Vito, rispettivamente di 42 e 44 anni, pure arrestati. In primo grado Bruno Gallè è stato assolto in sede di giudizio abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare di Vibo, che ha invece condannato a 20 anni di reclusione il padre Rocco Salvatore. Il 18 giugno scorso la Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha confermato l’assoluzione di Bruno Gallè, ed ha rideterminato la pena di Rocco Salvatore Gallè in 12 anni.
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