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TUTTO sommato, è trascorsa in un clima sostanzialmente sereno la prima giornata nella tendopoli di Palazzo San Gervasio dove ieri notte sono arrivati 483 immigrati. In serata, però, se ne sono aggiunti un’altra dozzina, che erano fuggiti da Manduria e che sono poi stati rintracciati dalle forze dell’ordine in Puglia. La fuga è durata poche ore anche per una decina dei giovani tunisini ospitati nell’area attrezzata di Palazzo. Sono scappati attraverso le finestre dei bagni, ma poi sono stati ritrovati anche nel paese, a cinque chilometri dalla tendopoli, dove sono stati riaccompagnati nel pomeriggio. Momenti di lieve tensione si sono vissuti anche quando una trentina dei 40 immigrati bloccati in Puglia non sono voluti scendere dall’autobus con il quale sono stati trasferiti in Basilicata. Alcuni erano già in possesso di biglietti ferroviari per varie destinazioni italiane, tra cui Roma, Milano e Bologna. La trattativa tra le forze dell’ordine, i responsabili del campo e gli immigrati è stata complicata, alla fine sono scesi solo in dieci, il pullman è ripartito quasi pieno e le presenze a Palazzo San Gervasio sono salite a circa 495 persone. Sempre nel pomeriggio, è arrivato anche un autocarro con altre quattro tende, che si aggiungeranno alle 64 già installate nei giorni scorsi. Il cancello del campo, gestito dalla Croce Rossa, si era aperto la notte scorsa, intorno alle ore 1. Con dieci pullman, in tre scaglioni, i 483 immigrati, quasi tutti tunisini, sono entrati nella tendopoli; sono stati rifocillati con una cena a sacco e poi indirizzati nelle tende. Nel corso della mattinata, poi, con a capo il commissario regionale della Basilicata della Cri, Anna Maria Scalise, e il commissario sanitario del campo, Amos Dawodu, sono cominciate le prime visite «in un clima – ha spiegato Scalise ai giornalisti – assolutamente sereno. Non abbiamo ricevuto lamentele, anzi più di qualcuno ci ha ringraziato per l’accoglienza e per le cure prestate. Che cosa ci chiedono? Sigarette, vogliono fumare». L’arrivo degli immigrati, anticipato rispetto alla data prevista di lunedì mattina, non ha comunque creato preoccupazioni particolari ai cittadini di Palazzo San Gervasio, che non hanno inscenato alcuna azione di protesta. Un atteggiamento, in verità, che non desta sorpresa, considerato che il paese lucano ogni anno ospita centinaia e centinaia di persone extracomunitarie impegnate nella raccolta del pomodoro.
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