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di ANTONELLA CIERVO AL primo giorno di lavori del forum annuale degli studenti europei di giornalismo, il tema centrale che il Fejs ha affidato al congresso del 2011, la libertà di stampa ha tenuto banco, a cominciare dagli interventi di saluto affidati al presidente dell’associazione della Stampa, Serafino Paternoster, al presidente della Regione Vito De Filippo e all’assessore comunale alla Cultura Cornelio Bergantino.
«E’ un tema delicato e complesso – ha esordito Paternoster – la situazione italiana è pericolosa come conferma l’iniziativa che la Federazione della Stampa ha promosso il 3 ottobre del 2009 per segnalare il rischio di una legge bavaglio ancora oggi in discussione». Di «Straordinaria prova di resistenza – ha parlato il presidente della Regione riferendosi alle posizioni del settore dell’informazione, sottolineando che – in Italia non c’è un sereno rapporto tra stampa e istituzioni per l’ingombrante presenza di Silvio Berlusconi». L’assessore Bergantino ha concentrato su tre elementi i particolari che caratterizzano la stampa libera. «Abbiamo bisogno di tanta libertà – ha detto – come conferma la scelta di Matera di essere da 10 anni città della pace e dei diritti umani. Ci vuole – ha aggiunto – capacità di ascoltare il prossimo, sostenendolo nelle battaglie di libertà e ricerca costante della giustizia. Quando penserete a questo, tornate a Matera – ha concluso. La necessità di mantenere la guardia alta, risiede nell’attività che ogni giorno svolge “Reporter senza frontiere”. Domenico Affinito, vice presidente della sezione italiana dell’associazione e giornalista di Agr ha incontrato i 100 studenti del Forum (90 dai principali Paesi europei e 10 italiani). Per descrivere la realtà nella quale si muove oggi il mondo dell’informazione ha usato una cartina geografica.
«C’è un aggravamento della situazione in Europa – ha spiegato al Quotidiano – per ciò che accade in Francia e in altri Paesi con un decadimento della qualità legata alla libertà di stampa. Siamo molto attenti all’informazione locale perchè spesso sono proprio questi i giornalisti che vanno maggiormente tutelati». E il nostro Paese, quali margini di tutela offre? « Dal 2000, siamo peggiorati. Ci sono problemi seri che riguardano la minaccia a giornalisti che lavorano al sud da parte della criminalità organizzata; oltre a Roberto Saviano e Rosaria Capacchione ci sono altri 14 colleghi infatti, che vivono sotto scorta. C’è poi un’ingerenza molto forte del potere politico anche attraverso il meccanismo della diffamazione per far pressione sui giornalisti. E’ una situazione abbastanza complicata». L’Europa non sta meglio di noi, però: «La Spagna vive la minaccia dell’Eta, l’Ungheria ha approvato una legge liberticida di controllo dell’informazione. Il pericolo c’è, ma il problema della libertà di stampa presenta anche elementi positivi che giungono da Paesi come la Finlandia che ha ottenuto per il settimo anno il primo posto per il rispetto di questo diritto.
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