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Il ruolo svolto da Enza Bruno Bossio quale direttore generale della Cm sistemi è stato descritto stamani dall’ex manager dell’azienda, Maurizio Ponzio, sentito dai giudici del tribunale di Catanzaro nel corso del processo Why Not che vede imputate 27 persone, tra le quali ex assessori ed ex consiglieri regionali.
Enza Bruno Bossio era entrata nell’organigramma della Cm sistemi nel gennaio del 2003: «Ufficialmente – ha detto Ponzio – non c’erano motivazioni particolari per l’assunzione della Bossio. Però nel corso di incontri lei parlava di sapere di alcune cose della Regione». Enza Bruno Bossio è stata assolta dalle accuse nel processo con rito abbreviato conclusosi nel marzo del 2010.
Alla risposta data stamani da Ponzio, il sostituto procuratore generale Massimo Lia gli ha contestato i contenuti di un verbale di interrogatorio nel quale aveva riferito che «la Bruno Bossio dava ad intendere di poter conoscere in anticipo, tramite il marito Nicola Adamo, gli orientamenti della Regione». Nel processo attualmente in corso è imputato anche Adamo.
Durante l’udienza di stamane i giudici hanno anche acquisito gli articoli scritti alcuni anni fa dal giornalista Fulvio Mazza sul Quotidiano della Calabria che riguardavano le vicende relative al progetti Ipnosi, ed alle aziende Why Not, Tesi e Consorzio Clic. I giudici hanno acquisito anche i verbali di interrogatorio, fatti durante le indagini preliminari, di otto lavoratori della Why Not.
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