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Il primo rapporto sessuale completo con una bambina di 12 anni valeva 250 euro. Dai cinquanta a settanta euro i rapporti sessuali successivi al primo, quando dunque la “carne” non era più vergine. Sono diverse le ragazzine minorenni, dai 12 ai 16 anni indotte a soddisfare le richieste di anziani clienti di Corigliano. Ragazzine adescate grazie al terreno fertile del degrado e della povertà familiare in cui vivevano. Un giro di sopraffazioni, violenze e abusi sessuali, dietro il richiamo di compensi in denaro, scoperto dai carabinieri della Compagnia di Corigliano e che ha portato all’arresto di otto persone.
Induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione minorile, sequestro di persona, violenza sessuale sono i reati contestati a vario titolo agli indagati. In carcere sono finiti Giuseppe Russo, 68 anni coniugato, nullafacente, già noto alle forze dell’ordine; Pietro Berardi, 47 anni, disoccupato; Natale Musacchio, 42 anni, operaio, coniugato; Leonardo Malfarà, 69 anni, coniugato, commerciante; Damiano Collefiorito, 51 anni operaio, coniugato; e due donne, N.M. e G.M. di 24 e 21 anni, di cui non sono state rese note le generalità in quanto costrette alla prostituzione anch’esse quando avevano meno di 14 anni.
I sette finiti in cella (a Rossano, e a Castrovillari le due donne) sono tutti di Corigliano, tranne Musacchio che è di Acquaformosa. Agli arresti domiciliari è finito inoltre un imprenditore, sempre del centro jonico, Alberto Falbo, 70enne regolarmente sposato.
Particolare il ruolo di Giuseppe Russo (in alto a destra), accusato di aver consumato rapporti sessuali a pagamento con ragazzine minori di 14 anni, dal 2004 ad oggi. Pietro Berardi, invece, secondo gli investigatori, avrebbe indotto, favorito e sfruttato la prostituzione di ragazze tra i 13 e i 24 anni. Lo stesso si sarebbe reso responsabile, nel 2010, del sequestro di una ragazza di 16 anni e di averla violentata insieme ad altre persone in via di identificazione. Con i due avrebbe procacciato le baby prostitute (dai 13 ai 16 anni) e organizzato gli incontri con gli anziani clienti anche l’operaio Natale Musacchio.
Tra le adolescenti adescate anche N.M. e G.M. le due sorelle arrestate ieri mattina. All’epoca dei fatti, le due ragazzine, oggi di 21 e 24 anni, sarebbero state costrette a prostituirsi per poi avviare al redditizio mercato anche le due sorelline minori. Tra i clienti che avrebbero approfittato delle ragazzine minori di 14 anni e consumato con loro i primi rapporti sessuali in appartamenti e in automobili, l’imprenditore del ramo automobilistico Alberto Falbo, il commerciante Leonardo Malafrà e l’operaio Damiano Collefiorito. Ma sono solo tre dei tanti clienti sulla cui individuazione lavorano ancora i carabinieri. Secondo quanto emerso dalle indagini i familiari delle ragazze minorenni non sarebbero stati a conoscenza dell’attività. I carabinieri contano di individuare altre ragazze costrette alla prostituzione, e numerosi altri clienti che hanno acquistato le loro prestazioni sessuali.
Antonio Marziale, Presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori
«Seppur la vicenda è maturata in un ambiente di degrado sociale a tinte forti, questi pedofili non devono minimamente beneficiare di alcuno sconto o attenuante di sorta»; così il sociologo Antonio Marziale, Presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione Parlamentare dell’Infanzia, in relazione alla vicenda di abusi sessuali su ragazzine dodicenni portata alla luce dagli inquirenti in Calabria.
Per Marziale «la violenza sui minori è da considerarsi a tutti gli effetti un crimine contro l’umanità ed è tempo che il legislatore se ne occupi seriamente piuttosto che perdere tempo in inutili e incivili bagarre che stanno trasformando il Parlamento Italiano in una brutta copia del circo Barnum». Il presidente dell’Osservatorio conclude: «Chi sapeva del calcvario di queste bambine ed ha taciuto è un orco al pari di coloro che hanno perpetrato il più turpe e schifoso dei reati».
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