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di GIOVANNI MANOCCIO*
EGREGIO Direttore, nel 2009 l’amministrazione da me guidata ha votato una delibera consiliare in cui il Comune di Acquaformosa è stato dichiarato “Deleghistizzato”, immediatamente la Giunta comunale ha approvato il decalogo sui comportamenti da tenere nel nostro paese che recita al primo punto testualmente: “Nel nostro comune non togliamo le panchine agli immigrati, anzi le dotiamo di cuscini”, parafrasando le celebri “massime” del Signor Gentilini, testa d’ariete della Lega Nord. Nel mese di dicembre del 2010, facendo seguito ai buoni propositi del decalogo, abbiamo partecipato e siamo stati inseriti nei progetti dello SPRAR 2011-13 per i richiedenti asilo politico e per i rifugiati e da circa due mesi gestiamo il progetto assieme all’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo”. Attualmente, nel nostro paese, sono ospitate tre famiglie di cui due di origine Armene ed una Nigeriana. Due settimane fa è nato ad Acquaformosa il primo bambino africano di nome Giovanni, la popolazione ha creato un clima di accoglienza da far impallidire tanti nostri governanti, la gente fa visita al nascituro come fosse un nostro concittadino, nessuno li taccia come clandestini, ma semplicemente esseri umani uguali a noi. Mi permetta una considerazione a cui vorrei una sua risposta. Le scene strazianti diffuse in molti paesi in guerra del Maghreb, la vergogna che sta avvenendo a Lampedusa, dove la solidarietà si scontra con la miopia politica e umana dei nostri governanti, tutti intenti a mandare messaggi elettorali, incuranti delle condizioni di persone che fuggono da persecuzioni e da guerre, definiti dai più come clandestini. Nei nostri centri di accoglienza vi è un ammasso incredibile di cittadini extra-comunitari molti dei quali sono richiedenti asilo politico. I progetti SPRAR sono pochi ma sicuramente possono essere una soluzione al problema. In questi giorni molti Sindaci della provincia mi hanno contattato perché interessati a progetti di accoglienza. La Calabria, per le esperienze di Riace, Badolato, Caulonia ed anche per la nostra, può diventare un modello per far uscire l’Itala da un emergenza che sta distruggendo la nostra immagine nel mondo e che sta alimentando solo la cultura dell’odio, favorendo forze politiche razziste e xenofobe radicate nel nord del paese. La scelta di ammassare gli immigrati nel “villaggio paradiso” di Mineo in Sicilia, dove oltre a spendere una cifra sproporzionata rispetto ai progetti SPRAR, si aiutano imprese e aziende, proprietarie degli immobili, sull’orlo del fallimento finanziario e poco raccomandabili per frequentazioni, è una scelta errata. L’unico modello valido è quello sperimentato con gli SPRAR gestiti dal Ministero degli Interni e dall’ANCI e che vede una rete già consolidata nell’intero paese da nord a sud (130 paesi coinvolti per 3000 ospiti). Molti nostri paesi sarebbero in grado di accogliere ed integrare i tanti “dannati”, come li definisce padre Alex Zanotelli, che sfuggono da guerre, persecuzioni e povertà, dando loro la serenità per poter pensare con meno problemi alla propria esistenza. Noi saremo in prima fila per aiutare ed integrare i richiedenti asilo politico e i rifugiati e sono sicuro che le nostre popolazioni aiuteranno con spirito di vera solidarietà, gente meno fortunate di loro. Giovanni Manoccio sindaco di Acquaformosa Ho poco da rispondere. La sua è una lezione umana e politica su cui tutti dovrebbero riflettere.

*sindaco di Acquaformosa

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