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Sette le condanne, per 60 anni di carcere, e tre assoluzioni. Le ha sollecitate ieri il pubblico ministero Elio Romano, della Procura di Catanzaro, al termine della sua requisitoria. Richieste ora al vaglio del gup catanzarese Sabatini, davanti al quale si sta svolgendo il procedimento con la formula del rito abbreviato. L’inchiesta di riferimento è quella denominata “Squarcio”, con la relativa operazione che fu eseguita nel lontano 2000 dalla Squadra Mobile di Cosenza su direttive dell’allora pm Antimafia Eugenio Facciolla. L’accusa base è associazione di stampo mafioso, finalizzata alle estorsioni, alle rapine e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli imputati dell’abbreviato di “Squarcio” sono Mario Gatto, 42 anni, Alfonsino Falbo, 41, Claudio Perna, 47, Vincenzo Roveto, 45, Antonio Pignataro, 48 anni, Gianfranco Ruà, 50, Francesco Perna, 69, Rinaldo Gentile, 50, Osvaldo Cicero, 35, e Biagio Barberio, 36. La pena più alta è stata chiesta per Gatto. Per lui il pm ha sollecitato ben 14 anni e mezzo di reclusione. Non a caso è inserito tra gli «uomini di fiducia ed emissari nelle trattative con le vittime dei vari reati dell’associazione, nonchè – si legge nelle datate carte di “Squarcio” – custodi e procacciatori delle armi e del materiale esplosivo». Otto anni e otto mesi di reclusione a testa sono stati invece chiesti per Roveto e Pignataro; otto per Claudio Perna e Falbo; cinque anni e mezzo per Gentile e Barberio.
Le richieste di assoluzione hanno riguardato i presunti boss Perna e Ruà, nonchè Osvaldo Cicero (chiamato in causa per una rapina). Dopo la requisitoria sono iniziate le arringhe.
Secondo l’originaria accusa gli indagati facevano parte di «un’associazione a delinquere di tipo mafioso, organizzata e diretta da Francesco Perna e Gianfranco Ruà e composta da più persone» che, «avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva», aveva di fatto «la gestione o comunque il controllo di attività economiche e di appalti pubblici».
Gli altri indagati di “Squarcio” hanno scelto il procedimento ordinario. Si tratta di Domenico Cicero (altro presunto capo dell’associazione), 54 anni di Cosenza, il latitante Ettore Lanzino, 56 di Luzzi, il collaboratore di giustizia, nonchè ex contabile delle cosche, Vincenzo Dedato, 59 di Pizzo Calabro, Walter Gianluca Marsico, 44 di Cosenza, Angelo Colosso, alias “Poldino”, 38 anni di Cosenza, il collaboratore di giustizia Francesco Amodio, 44 di Cosenza, Luisiano Castiglia, 67 di Cosenza, e Luigi Gagliardi, 37, di Cosenza. Furono rinviati a giudizio lo scorso 16 giugno dal gup di Catanzaro, Falvo, su richiesta del pm Sforza. Il processo a loro carico inizierà fra pochi giorni.
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