3 minuti per la lettura
di SARA LORUSSO
POTENZA – Questa volta, spiegano, non ci saranno deroghe. E se proprio di riserve ci fosse bisogno, si tratterà di quote di case popolari destinate comunque a residenti di Bucaletto, ma con reddito basso, “di accesso” e non “di mantenimento” (ovvero la soglia di reddito adatta all’accesso alla graduatoria delle case popolari e non quella che consente di restarvi anche se la posizione economica è migliorata). In generale, i nuovi 100 alloggi che saranno realizzati a Bucaletto, all’ingresso della Cittadella, in un’area di proprietà comunale su cui non sorgono prefabbricati, saranno assegnati attraverso un nuovo bando, che dovrebbe partire a giorni, da cui scaturirà la nuova graduatoria generale degli aventi diritto a una casa popolare.
Per completare i lavori, ci vorranno almeno due anni (i lavori sono stati già appaltati e potrebbero partire a giorni): nel frattempo, la vecchia graduatoria resterà in vigore per altre possibilità (come via Mar Egeo o alloggi che dovessero liberarsi). Ma è con il nuovo bando che si potrà aspirare a ottenere uno di questi 100 alloggi che – ha spiegato il direttore generale dell’Ater, Michele Bilancia – recuperano un po’ anche la dimensione di quartiere, di vicinato. Nove palazzi, di quattro piani e un porticato, con garage, che corre lungo tutto il fabbricato e realizza anche un piccolo cortile interno. E se a Bucaletto è racchiuso gran parte del disagio economico e sociale della città, è prevedibile che proprio a residenti di Bucaletto spetterà l’ingresso in quelle case. Ma la residenza della Cittadella non sarà criterio di prelazione senza il requisito del reddito minimo. Proprio sui criteri di assegnazione di questi alloggi è al lavoro la quarta commissione consiliare che vuole dare un’indirizzo «trasparente e univoco» che non ri-produca situazioni già verificatesi in passato, per cui la scelta di assegnare le case popolari secondo criteri di localizzazione dei prefabbricati (si trattava in quel caso di un intervento specifico legato proprio all’abbattimento dei prefabbricati) ha sollevato diverse polemiche. Da un lato chi, con un reddito troppo elevato, si è trovato senza casa, dall’altro chi, con reddito minimo ma con prefabbricato in un’altra zona del rione, rivendicava pure una casa.
Non sarà soluzione definitiva, ma qualcosa, spiegano, si muove. «Lo sappiamo che finchè resterà in vita Bucaletto la nostra coscienza di amministratori non sarà a posto». Lo sa il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, che nel quartiere nato per offrire un ricovero agli sfollati del sisma dell’80, oggi, di terremotati, non ce ne sono più. Invece ci sono il disagio «duro, durissimo, ma anche grande dignità», come fa notare il vescovo Agostino Superbo (presente alla presentazione). Si procede, un po’ per volta. Questo progetto vive sulla collaborazione di Ater, Comune e Regione. E non è un caso se prevede anche un locale di 250 metri quadrati da destinare (se ne farà carico l’associazione Dopo di noi) a residenti disabili, per cui proprio l’esistenza in una casa, spesso – fa notare il presidente Ater, Vincenzo Dragonetti – può diventare sofferenza. Questo alloggio, invece, sarà “domotizzato”. E’ vero che in quel quartiere ci sono stati anche percorsi giudiziari complessi, contenziosi e appalti da controllare, ci sono stati abusi, occupazioni. Per annullare Bucaletto serviranno almeno altri 8 anni e diversi milioni di euro. Questo passo da 100 alloggi ne è costato circa 12, di cui 7 fondi regionali e 5 ministeriali. Finanziamenti che il governo Berlusconi ha congelato (li aveva stanziati l’ex ministro alle Infrastrutture Di Pietro) e poi redistribuito. «Se, in tempi di tagli, siamo riusciti a confermare questa quota per destinarla tutta a Potenza – ha spiegato il governatore De Filippo – è perchè ci siamo fatti trovare pronti con progetti e legiferazione».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA