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Un bilancio ancora provvisorio quello dell’operazione ‘Rescue’ coordinata da Europol contro la più grande rete internazionale di pedofili con collegamenti in varie parti del mondo è di 459 indagati, 71 arrestati (uno solo è italiano ed è residente a Reggio Calabria). Sono stati identificati 173 minori vittime degli abusi sessuali. La polizia postale di Catania coordinata dalla Procura distrettuale, e in particolare dai procuratori aggiunti Michelangelo Patanè e Marisa Scavo, ha intercettato 70mila iscritti in tutto il mondo in siti pedopornografici.
I Paesi coinvolti sono Australia, Belgio, Canada, Grecia, Islanda, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. Sono 14 le città in Italia in cui sono state disposte perquisizioni a carico di persone ritenute responsabili di divulgazione di materiale pedopornografico e di apologia di delitto: Bari, Bergamo, Como, Cuneo, l’Aquila, Milano, Monza, Napoli, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Torino, Varese, Venezia e Udine.
La maggior parte degli indagati ha confermato di essere utente registrato si siti pedofili: tra questi, impiegati, professionisti, studenti, un pensionato, un seminarista e un allenatore di basket per bambini. La loro età media è di 30 anni. L’indagine è partita in seguito all’identificazione di un bambino siciliano coinvolto in immagini pedopornografiche e segnalato alla polizia postale da don Fortunato Di Noto, il parroco di Avola (Siracusa) fondatore dell’associazione antipedofilia Meter.
Le indagini della Procura distrettuale hanno permesso di scoprire che il server di riferimento si trovava ad Amsterdam in Olanda. Il coordinamento di Eurojust, struttura composta da magistrati europei che indaga su inchieste che coinvolgono i Paesi dell’Unione europea, ha permesso di scoprire la rete di pedofili e portando da 3 a 18 le persone coinvolte in Italia.

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