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La marcia della Penitenza è stata organizzata dalla Consulta generale di pastorale giovanile dell’Ordine dei Minimi. In Piazza IV Novembre si sono ritrovati i numerosi giovani ma anche tanti vescovi, rappresentanti istituzionali e politici della Calabria. La marcia, nonostante il maltempo, si è snodata per le vie di Paola e si è poi conclusa nella nuova Chiesa del Santuario di San Francesco. Padre Giovanni Cozzolino, che ha inventato la marcia e che ne cura l’organizzazione quest’anno ha scelto come slogan della manifestazione la frase ‘Liberi per vivere la vita buona del Vangelo’. La marcia si è conclusa con una veglia di preghiera presieduta da mons. Vincenzo Rimedio.

LA TESTIMONIANZA DI SALVATORE MAGARO’
Il presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, Salvatore Magarò, è intervenuto nel corso dell’iniziativa ed ha evidenziato che «insieme dobbiamo impegnarci per stabilire regole certe, procedure trasparenti nella gestione delle risorse pubbliche e modelli di comportamento che mettano al bando clientelismi e familismo ed esaltino il merito e la professionalità e, quindi, il valore supremo della persona umana».
«La politica – ha aggiunto – deve, o se preferite ‘dovrebbe’, ma per me è una precondizione, sforzarsi di vedere il mondo dal punto di vista degli altri, dei più deboli, dei dimenticati, degli ultimi. La politica di questo deve occuparsi. Deve occuparsi del bene pubblico, delle cose comuni, degli spazi comuni, dei servizi comuni, del rispetto per la strada e per chi l’abita, ancor di più se è costretto ad abitarla. La politica deve farsi piazza, strada, fontana, acqua, pietra, albero, oltre che animale ed essere umano. Ha il compito di tutelare e promuovere la civiltà, il bene comune e l’ospitalità».
«M’impegno – ha concluso Magarò – a proseguire il mio lavoro quotidiano con rettitudine ed attenzione al bene comune, senza retrocedere, senza farmi intimidire dalle tessiture malefiche che ieri come oggi si vanno presentificando. M’impegno a favorire in ogni modo la solidarietà e la cultura del dialogo. M’impegno ad uniformarmi sempre e comunque alla pastorale dell’Ordine dei Minimi, quando afferma che verità, giustizia e moralità, sono le condizioni necessarie di una vera democrazia, fondata sull’affermazione della dignità della persona».

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