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Il telefono squilla sei volte. Sono le dodici in Italia, le 20 in Giappone. La voce è serena, la tragedia del sisma e dello tsunami che hanno sconvolto il Giappone rendono l’idea dell’apocalisse. Risponde al telefono, nonostante l’interruzione della linea telefonica che continua a creare non pochi problemi sul piano della comunicazione.
Lei è Concetta Lomagro, insegnante d’italiano che vive a Tokyo da trent’anni. E’ nata a Montemilone, in provincia di Potenza il 30 ottobre 1943.
La sua vita sul piano familiare è divisa tra Italia (ha parenti a Potenza ), Giappone e Stati Uniti, visto che i due figli Jonathan e Dana, vivono a Boston e Chicago. Concetta Lomagro durante il sisma di magnitudo 8.9 della scala Richter si trovava in treno nella metropolitana della megalopoli nipponica.
La paura è stata enorme, il sisma e lo tsunami hanno creato ansia e preoccupazione negli abitanti di Tokyo, uniti ai connazionali di Sendai dall’intensità di un sisma che rimarrà negli annali della storia dei terremoti. Lei vive in una zona residenziale di Tokyo dove i palazzi sono costruiti con criteri antisismici e con modelli edilizi di rara precisione.
In queste ore ha avuto contatti con i parenti in Italia che hanno chiesto informazioni circa lo stato di salute della donna. Oltre ai contatti con l’Italia Concetta Lomagro ha avuto relazioni e comunicazione con l’ambasciata italiana a Tokyo guidata da Vincenzo Petrone.
Nella prima parte della mattinata ha ricevuto la visita di un lucano, Donato Romaniello che vive e lavora in Giappone. Concetta Lomagro parla del sisma vissuto sui binari della metropolitana serenamente, consapevole dei rischi sismici che il Giappone vive quotidianamente.
Il paese nipponico, notoriamente ostile alle vacanze marine, ha trascorso due giorni di paura e ansia, amplificate dalla presenza dello tsunami.
L’onda del porto che ha trascinato case, auto, palazzi e strutture di vario genere ha gettato nello scompiglio il paese del Sol Levante, che ha vissuto dopo sette anni la medesima esperienza dei paesi del Sud Est Asiatico, devastati nel dicembre del 2004 dal sisma e dallo tsunami che hanno devastato Indonesia, Sri Lanka e India.
Concetta Lomagro parla della tragedia, si trova a casa nella zona residenziale della capitale giapponese.
Dove si trovava quando la terra ha tremato?
«Ho sentito le due scosse sismiche in viaggio nella metropolitana di Tokyo. Ho subito capito che si trattava di un terremoto diverso rispetto a quelli tradizionali. Il treno non si è fermato. In Giappone i binari vengono fermati manualmente a differenza delle altre metropolitane. La scossa è stata lunga e violenta. Mi trovavo in pieno centro a Tokyo. Da noi la situazione è diversa, le case sono antisismiche, non c’è stato nessun problema».
Ha avuto contatti con i familiari in Basilicata?
«Sì. Nonostante i problemi di comunicazione ho parlato con mio fratello che mi ha chiamato sull’hy-phone. Anche mio fratello ha assistito al sisma mediante lo skype. Ho dato alla mia famiglia ampie rassicurazioni circa il mio stato di salute. In mattinata ho ricevuto la visita di un lucano, Donato Romaniello che vive e lavora in Giappone. E’ stato bello confrontarsi e parlare della tragedia. Vivo in una zona residenziale di Tokyo dove tutto funziona, ivi compresi luce, gas e telefono».
Cosa pensa dello tsunami?
«Bah, quella è una cosa diversa, a Tokyo il terremoto si è sentito distintamente. I giapponesi hanno troppa ostilità nei confronti del mare. Non vanno mai in vacanza, non prendono mai l’abbronzatura. Lo tsunami ha portato onde alte più di dieci metri».
Le autorità giapponesi come hanno reagito alla scossa sismica?
«Normalmente. Quando è scoppiato il reattore nucleare di Sendai, le televisioni americane Bbc e Cnn hanno diffuso le immagini della centrale nucleare. I politici hanno invitato la gente a rimanere tranquilla evitando scene di panico che avrebbero potuto creare problemi per quanto riguarda l’emergenza e gli aiuti umanitari».
Bene, parliamo della centrale nucleare, cosa si dice in Giappone?
«La fuoriuscita di gas tossici ha creato enorme agitazione nella popolazione. Il traffico è stato bloccato, le strade sono andate in tilt. La centrale nucleare di Fukushima è una delle più potenti e utilizzate dagli esperti».
I suoi contatti con l’ambasciata italiana come sono stati?
«Devo ammettere che i nostri responsabili istituzionali presenti a Tokyo hanno subito garantito assistenza e informazioni concernenti le fasi del soccorso. L’ambasciata mi ha inviato sei email. Io ho risposto immediatamente. L’aeroporto Narita di Tokyo è stato aperto poco dopo il sisma».
Il sisma negli occhi e nello sguardo di una lucana. Concetta Lomagro, ha vissuto tutta la tragedia sui binari della metropolitana nipponica. Binari che hanno ballato a lungo, ma che grazie alla tecnologia giapponese hanno retto l’urto del sisma senza particolari problemi.
Francesco Menonna
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