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di LUCIANO CONTE
“L’Unione europea dovrebbe introdurre degli standard minimi obbligatori a livello europeo per promuovere l’integrazione sociale, economica e culturale dei 10-12 milioni di rom che vivono nel nostro Continente”; è quanto propone il Parlamento europeo in una risoluzione approvata nella plenaria di Strasburgo e che rappresenta il contributo del Parlamento alla strategia europea per l’inclusione dei rom con l’indicazione delle priorità e degli obiettivi da raggiungere, come la parità d’accesso al lavoro, la protezione dei diritti fondamentali, la partecipazione delle donne e un uso più mirato dei fondi europei. I rom, infatti, soffrono una discriminazione sistematica e combattono contro “un livello intollerabile di esclusione” e violazioni dei diritti umani, per cui viene sottolineata anche la necessità di una strategia comune europea per combattere ogni forma di violazione dei diritti, inclusi “la segregazione, le espressioni di odio, il profiling etnico, le impronte digitali illegali, lo sfratto illegale e l’espulsione”. La risoluzione approvata è un grande passo verso un impegno a livello Ue per alleviare “la povertà e l’esclusione sociale della più grande minoranza etnica del Continente e vuole porre l’accento sul rispetto e sulla promozione dei diritti fondamentali al lavoro, all’alloggio, alla salute e all’istruzione”.
Sono priorità indifferibili per cui si rende necessaria una tabella di marcia che includa “una serie di standard comunitari obbligatori e la possibilità di imporre penalità ai governi nazionali che non li rispettano”. Sull’occupazione, la strategia europea dovrà assicurare un accesso effettivo al mercato del lavoro, insieme a misure per combattere il lavoro sommerso e favorire l’assunzione di rom nell’amministrazione pubblica. Per l’educazione, viene chiesto ai governi nazionali di “impiegare un numero maggiore di mediatori e insegnanti rom nelle scuole per garantire l’educazione nella loro lingua”. Le “discutibili operazioni di rimpatrio” di cittadini rom verificatesi in vari Stati membri, secondo il Parlamento europeo, hanno creato un “clima di paura e di inquietudine” fra la popolazione rom e hanno avuto anche l’effetto di aver portato preoccupanti livelli di razzismo e di discriminazione. La strategia europea dovrà, pertanto, combattere ogni forma di violazione dei diritti fondamentali, inclusa “la discriminazione” che genera solo odio e conseguentemente violenza arbitraria. La creazione di enti europei di sostegno, sotto la supervisione dell’esistente task force per i rom, può assicurare un uso più mirato dei fondi europei a disposizione dei governi nazionali e locali e può agevolmente controllarne l’uso e indicare eventuali sprechi. Gli Stati membri sono, infatti, invitati a utilizzare programmi come Progress, Cultura, Salute e quelli relativi all’apprendimento permanente in favore dei cittadini rom. Infine, il Parlamento europeo chiede alla Commissione di prevedere finanziamenti ad hoc, nel quadro della politica di coesione, per sostenere la strategia dell’Ue relativa ai rom, soprattutto in direzione dell’integrazione delle donne, bloccando la pratica dei matrimoni fra bambini. Se l’integrazione dei rom è una della priorità della presidenza dell’Ungheria, è altrettanto vero che il problema di queste etnie è un problema di tutta l’Europa per salvaguardare la specificità di una cultura gitana che appartiene alla civiltà e al folklore della storia di un popolo migrante.

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