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I militari della Guardia di Finanza del Gico di Catanzaro stanno eseguendo una operazione per l’arresto di 31 persone affiliate alle cosche della ‘ndrangheta reggina che gestivano in ingente traffico di sostanze stupefacenti dal Sud America. L’operazione è stata chiamata ‘Imelda’ e riguarda esponenti delle cosche di San Luca e di Gioia Tauro. Gli arresti sono stati eseguiti in Calabria, in Lombardia ed in Germania. L’operazione ha portato al sequestro di armi, munizioni e numerosi chili di cocaina.
Nel corso delle indagini è emersa un’alleanza tra le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Ascone-Bellocco della Piana di Gioia Tauro. Le indagini della Guardia di Finanza sono iniziate nel 2006 e sono state coordinate dalla Dda di Reggio Calabria. I finanzieri hanno individuato i canali di approvvigionamento della droga che dal Sudamerica arrivava nei Paesi del nord dell’Europa per poi essere spacciata in Italia. Gli investigatori hanno sequestrato complessivamente 23 chili di droga. Cinque delle 31 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare sono state arrestate nella zona di Duisburg, in Germania, dove il giorno di Ferragosto del 2007 fu compiuta la strage in cui furono uccise sei persone nell’ambito della faida di San Luca tra i Pelle-Vottari ed i Nirta-Strangio.

NARCOTRAFFICO GESTITO DA LATITANTI ALL’ESTERO
Erano i latitanti all’estero ad occuparsi della gestione del traffico internazionale di droga stroncato oggi dalla Guardia di finanza. Proprio per coprire la latitanza dei capi che gestivano il traffico l’organizzazione aveva creato basi operative e logistiche all’estero che avevano lo scopo di garantire la loro condizione di irreperibilità. Promotori del traffico internazionale di droga sarebbero stati, secondo quanto è emerso dalle indagini, Antonio e Michele Ascone, di 57 e 32 anni, padre e figlio; Bruno Pisano (28) e Umberto Bellocco (28) e Michele Ascone, che per organizzare l’arrivo in Italia di consistenti partite di cocaina avrebbero utilizzato i loro collegamenti con Belgio, Germania e Olanda e con la zona del Milanese.
In quest’ultima area avrebbero svolto un ruolo di rilievo altre due persone coinvolte nell’operazione, Sergio Carretta, di 51 anni, e Rocco Ascone (58), cugino di Antonio, già arrestato nell’operazione Crimine. Il dato significativo enmerso dall’indagine è l’alleanza strategica tra le cosche della Locride (Nirta-Strangio-Pizzata) e quelle della Piana di Gioia tauro (Ascone-Bellocco) sfruttando le amicizie tra i vecchi capicosca.
Un altro esponente delle cosche che avrebbe svolto un ruolo di rilievo nel traffico di droga è Bruno Pizzata (nel riquadro) di 55 anni, già coinvolto in altre operazioni contro la ‘ndrangheta e latitante da molti anni. Pizzata si è rifugiato da tempo in Germania e vive nella cittadina di Oberhausen, a pochi chilometri da Dyusiburg. Sarebbe stato lui a gestire i rapporti con i fornitori peruviani, colombiani e venezuelani che garantivano all’organizzazione le forniture di droga. Pizzata curava anche l’arruolamento dei «corrieri» cui affidare il trasporto della droga. Nel corso dell’indagine è stata molto stretta la collaborazione tra la Dda di Reggio Calbria e la Procura di Duisburg, così come tra gli investigatori dei due Paesi. I beni per cinque milioni di euro sequestrati consistono in dieci immobili, tra terreni e fabbricati; 14 automezzi; tre ditte individuali e numerosi conti corrente e polizze vita.

I 31 ARRESTATI
Queste le 31 persone arrestate dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione Imelda contro i componenti di un’organizzazione di trafficanti internazionali di droga: Antonio, Michele, Vincenzo e Rocco Ascone, di 57, 32, 31 e 58 anni; Laurentiu Doru Lorenzo Avram (33), romeno; Umberto Bellocco (28); Gioacchino e Nicola Bonarrigo, di 27 e 47 anni; Pasquale Calderone (34); Sergio Carretta (51); Antonio Costadura (37); Domenico Codespoti (61); Giuseppe Fabrizio (37); Salvatore Giorgi (37); Beniamino Marras (39); Carmine Murdaca (54); Aldo Nasso (26); Vincenzo Perri (31); Bruno Pisano (28); Bruno Pizzata (52); Giuseppe Pizzata (31); Giancarlo Polifroni (37); Filippo e Sebastiano Rechichi, di 28 e 51 anni; due omonimi, Antonio Romeo, di 54 e 41 anni; State Stelian (61), romeno; Francesco Stilo (50); Francesco Strangio (45); Antonio Vottari (26), e Giuseppe Romeo (50). Per tutti è stata disposta la custodia cautelare in carcere ad eccezione di Giuseppe Romeo, che ha avuto gli arresti domiciliari.

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