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Lo ha ammesso anche se sottolineando: «lo facevamo per gioco. Abbiamo smesso quando abbiamo iniziato a capire che si trattava di sesso». Così L. S., 21 anni di San Vincenzo La Costa, da venerdì scorso recluso nel carcere “Cosmai” di Cosenza con l’accusa di atti sessuali su una minorenne, ha spiegato i fatti.
Il primo rapporto sessuale tra i due risale al 2003, quando lei aveva sette anni e lui quattordici. Gli incontri, tutti completi, sono proseguiti fino al marzo del 2009 e avvenivano all’interno del seminterrato del fabbricato dove abitano le rispettive famiglie.
Ammette le proprie responsabilità ma sottolinea di non averla mai costretta: «Alcune volte – ha riferito a tal proposito al gip – era lei che mi chiamava per giocare». Il gioco consisteva nel fare sesso completo, «come fanno i grandi». E ancora: «Nè io, nè lei ci rendevamo conto di quello che facevamo», ha tenuto a ribadire L. S. al giudice Carpino. «Lei – ha aggiunto – è stata sempre consenziente. Mai l’ho portata nel seminterrato contro la sua volontà».
Quando poi i due sono cresciuti si sarebbero resi conto dei fatti: «Siamo diventati più grandi e abbiamo capito cosa stavamo veramente facendo. A quel punto si è deciso, insieme, di smettere». La minore però, ha detto di essere stata minacciata dal cugino, il quale l’avrebbe invitata a tacere sui loro rapporti.

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