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di ROSARIA SCARAIA
IL PIU’ FELICE di tutti è colui che è arrivato a nutrire una sincera ammirazione per se stesso. Solo bisogna che gli altri non turbino il suo convincimento. Non viviamo più, nel mondo dei due blocchi contrapposti. Il rosso e il bianco. Non ci è più consentito sonnecchiare al riparo delle ideologie e delle fedi. Lo sanno i democristiani ,che non si avvantaggiano più delle parrocchie . Lo sanno i comunisti che non sono più i destinatari del flusso d’energia che scaturiva dalle sezioni, dalle case del popolo. Oggi tutti sono chiamati a misurarsi con fatti, analisi, comportamenti, persone ,idee. Non ci sono più Chiese e Chiese laiche, dove il verbo si riproduce per obbedienze. Chi decide di far parte della classe dirigente non può più permettersi di essere incompetente né disonesto. Ma neanche un mediocre che ha fatto carriera nel partito. Oggi, mentre il superfluo trionfa fra i molto pochi ,e la miseria infetta l’anima e indebolisce il corpo di tutti, che cosa direbbe, Enrico Berlinguer, che cosa scriverebbe Gandhi? Essere austeri vuol dire non essere egoisti, concedere spazio mentale, collaborare alla equa distribuzione delle risorse. Sprecando meno, consumando meno, consumando meglio. In una società acefala, sbandata, senza modelli positivi, troppo facilmente cresce l’indifferenza, il ripiegamento su se stessi, la privatizzazione assoluta della fatica esistenziale, una deriva di sfiducia e di depressione. In una società laica e distratta, consumista e frettolosa ,sradicata e narcisista come quella in cui viviamo, è urgente interrompere questa deriva comportamentale. Non possiamo più permetterci cattivi esempi in politica. Berlinguer era uno che pensava lungo. Era uno che ,aveva intuito la necessità di essere “austeri”, di non farsi dominare dal consumismo, di tener presente il limite, di non depredare, non accumulare, non essere avidi. Di abituarsi a non dipendere dal petrolio (questa sì che è modernizzazione). Aveva capito Gandhi quando diceva: “ Sulla terra c’è abbastanza per i bisogni di tutti ,non per l’ingordigia di tutti.” Buoni maestri e cattivi leader. Il progresso è un crescere dentro le regole. Modernizzare per molti ha avuto la cadenza selvaggia della corsa all’oro. E in più sentendosi “ganzi”. L’incompetenza regna sovrana, nei partiti, nelle istituzioni, dentro la società civile e il suo partito si sta popolando di poveri mercenari dequalificati e motivati solo a cambiare casacca pur di guadagnare qualche spicciolo in più. La patina sottile di formazione, con cui oggi ricopriamo i nostri giovani analfabeti, mi fa pensare alle lamine sottili d’oro con cui si rivestono gli oggetti perché assomiglino all’oro vero. Mi vedo circondato da un mare di pressappochismo. Dove trovare una persona che ha un “mestiere” ,lo padroneggia ,lo coltiva? Ecco padroneggiare un’arte.Coltivare un mestiere che bella espressione. Il mestiere come pianta. Anche le idee sono piante. Tutto ciò che è veramente creazione ha bisogno di tempo, di acqua, di nutrimento alle radici, sole, vento, lavoro, pazienza. Come le piante. Le basi, le colonne, le fondamenta su cui poggiare una vera preparazione culturale sarebbe un capolavoro di apertura democratica. Non esiste più “un’aristocrazia contadina piena di talento, tradizione ,amor proprio. Bisogna guardare con meno supponenza a quei bisogni di protezione, a quel bisogno che hanno in tanti di trovare vie rapide e facili ,scendendo ad ogni compromesso col potere, pur di salvarsi. Sono nostre imperfezioni, se si vuole sbarrare la strada ,si devono criticare le risposte che essi danno a quei bisogni ,non negarne la legittimità . Perché le cose comincino a cambiare è necessario che la politica abbia l’ambizione di portare con sé anche la fanteria, non per incolonnarla e portarla poi a votare, ma per ridurne la dipendenza e innalzarne la dignità, anche quando questo comporta una perdita di potere. Un modo di pensare a partita doppia: etica e politica, spezzando schemi e luoghi comuni, che è il vero spirito di pedagogia mentale, o Chiurazzi e i suoi tolgano il disturbo! Cristo e gli eletti del bene sono al massimo dei partigiani senza partito. Le donne e gli uomini del suo gruppo, non si nascondono quando puntano a conquistare il potere e la poltrona senza merito e competenza, in virtù della conta tra casacche e all’occorrenza ci si spoglia di una per una altra. Se l’Italia stenta da 15 anni, la Basilicata di più per colpe mie, nostre ma soprattutto della classe dirigente alla quale spettava fare e guidare le scelte e che ha preferito la felicità del galleggiante.
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