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«La lezione leghista dell’on. Giovanni Fava che, da presidente della commissione d’inchiesta parlamentare su contraffazione e pirateria commerciale, evidentemente, conosce bene il ‘percorso’ del greggio lucano in Turchia, e la nota mancanza di contatori non di parte sui barili di petrolio quotidianamente estratti, almeno sinora, è la migliore conclusione politica della Copam».

Lo ha detto, in una dichiarazione, il sen. Egidio Digilio (in foto), secondo il quale «il richiamo del parlamentare leghista è di una chiarezza unica al punto da usare il termine di «Basilicata Libia d’Italia. Altro che ‘benedizione’ alle interlocuzioni tra Regione e Governo nazionale che, dopo l’annuncio di almeno due Ministri e altrettanti sottosegretari, di fatto ha snobbato il Copam pensando di coprire la sua presenza con il semplice sottosegretario all’Istruzione, Viceconte, al quale, per la conoscenza scolastica della questione, è stato comunque garantito uno ‘sgabellò al tavolo istituzionale sul petrolio. C’era bisogno di un leghista doc per svegliare i nostri amministratori regionali e locali ad alzare il tono di voce e per osare di più sulle contropartite di infrastrutture e occupazione sulle quali si gioca il futuro delle nostre comunità».

Il coordinatore regionale della Basilicata di Fli , ha ricordato che «è dal 2009 che ho depositato in Senato una pdl per l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’attività del Cento Oli Agip di Viggiano e sul’attività di estrazione e di ricerca degli idrocarburi in Val d’Agri e nel Sauro-Camastra ed a distanza di anni ritengo ancora più valida la mia iniziativa che è comunque aperta al contributo degli altri colleghi senatori lucani. Basterebbe rileggere la relazione che accompagna la pdl (che allego agli organi di informazione) per verificare che poco o nulla è cambiato e che le valutazioni e le proposte che circolano nella Copam sono le stesse che ho scritto nel 2009. Per tornare all’idea del parlamentare leghista sulla ‘Libia d’Italià – ha concluso Digilio – ritengo che pensare ad una Regione a statuto speciale per non limitarsi a qualche percentuale in più di royalties da strappare a Governo e compagnie petrolifere possa essere sicuramente un’ipotesi istituzionale e costituzionale da approfondire».

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