2 minuti per la lettura
Gli allagamenti dei campi nel Metapontino a seguito delle piogge delle ultime ore e delle esondazioni in più tratti dei fiumi Agri, Sinni e Basento stanno mettendo in ginocchio l’economia agricola del Metapontino: è l’SOS del presidente della Cia del Materano Nicola Serio che riferisce di una situazione allarmante con almeno mille ettari di colture pregiate ed arboree sotto l’acqua solo nei territori di Policoro, Scanzano, Montalbano. In attesa di una stima dei danni alle colture e alle aziende agricole in tutto il comprensorio e in attesa delle prime iniziative di emergenza, la Cia rinnova la richiesta dell’immediata dichiarazione dello stato di calamità con l’avvio delle procedure che spettano alla Regione.
Secondo i sopralluoghi effettuati dai funzionari della Cia nel Metapontino – e le segnalazioni raccolte negli uffici comunali della Confederazione – afferma Antonio Stasi presidente della Cia di Scanzano – effetti devastanti si sono verificati per i vigneti, gli oliveti, le serre, le strutture aziendali,i fabbricati rurali, i macchinari, mentre, a causa degli allagamenti, degli straripamenti dei fiumi e dei canali e degli smottamenti dei terreni, si teme che alcune colture siano andate irrimediabilmente distrutte. Conseguenze negative si registrano anche per gli allevamenti di bestiame e per i campi di ortaggi.
Un quadro estremamente allarmante che ripropone in maniera ferma, al terzo caso di allagamenti nel Metapontino dal mese di novembre scorso, l’esigenza di una valida opera di prevenzione.
Accanto agli interventi legati all’emergenza necessaria ed urgente, appare sempre più indispensabile – aggiungono i dirigenti del Metapontino della Cia – un’azione coordinata e programmata del Governo e della Regione vo lta all’attività di prevenzione dei disastri naturali. Occorre predisporre un programma pluriennale di manutenzione ordinaria del territorio ed è necessaria la valorizzazione dell’agricoltura e degli agricoltori nelle politiche di difesa dell’assetto idrogeologico del territorio, nell’ottica europea della multifunzionalità.
È in questa logica che – continuano i dirigenti della Cia- si conclude la rincorsa all’emergenza derivante da calamità naturali ed inizia la fase della prevenzione, dell’organica e razionale sistemazione e delle regole condivise per l’uso corretto del suolo e delle acque. Proprio l’agricoltura italiana si pone quale soggetto protagonista per la tutela del territorio, la creazione (o ricostruzione) di paesaggi di qualità, per garantire un corretto equilibrio ecologico e un controllo dei fenomeni naturali.
Purtroppo sono sempre le alluvioni e le esondazioni dei fiumi – concludono Serio e Stasi – a sollecitare la necessità di Accordi di Programma e a livello regionale Patti Territoriali per ridurre il rischio alluvioni e dissesto del suolo tanto più che con il “decreto mille proroghe” e i tagli del Governo non ci sono più risorse finanziarie disponibili e alla Regione non resterà che prevedere una “tassa di scopo”
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA