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TRICARICO – «Tutto quello che c’è stato stasera fino a questo punto della serata, è nato grazie a fortunose coincidenze. Nell’ambito del Festival del bene comune ho conosciuto Bruno Leone il quale mi ha raccontato di essere figlio di Giuseppe Antonello Leone, artista lucano e amico di famiglia di Rocco Scotellaro. E mi ha, subito, confessato un desiderio del padre che ancora non aveva potuto realizzare: cioè donare alla popolazione di Tricarico il busto di Rocco Scotellaro, fatto dal vivo su richiesta della madre».
Con queste parole Filomena Benevento, presidente della Protezione Civile di Tricarico, ha chiuso la serata dedicata alla donazione del busto in bronzo di Rocco Scotellaro e l’intitolazione della sala consiliare alla stesso sindaco tricaricese. Da questo incontro, e grazie all’impegno immediato della professoressa Carmela Biscaglia, direttore del Centro documentazione Rocco Scotellaro, si è partiti per avviare tutte le procedure necessarie per arrivare alla giornata del 14 febbraio. «La considerazione finale -ha chiuso Benevento- è che, a volte, da incontri occasionali veramente fatali, possono derivare delle cose belle e inimmaginabili, ottenibili comunque mettendoci impegno e determinazione.
Ad aprire la serata il sindaco di Tricarico, Raffaello Marsilio, il quale ci ha tenuto a ringraziare tutti coloro i quali hanno partecipato attivamente alla realizzazione della donazione del busto, occasione che ha dato anche lo spunto per intitolare la sala consiliare a Rocco Scotellaro. Marsilio ha poi chiuso ricordando ai presenti la chiusura del suo doppio mandato elettorale, che simbolicamente coincide con la donazione del busto di Scotellaro, sindaco ammirato e stimato da tutti e verso cui i paragoni non possono che far sfigurare.
Presente anche il presidente della Provincia, Franco Stella, il quale ha ricordato la figura di Scotellaro, sindaco con doti e capacità fuori dal comune, soprattutto per l’attitudine e la forte propensione di dedicarsi alle classi sciali più deboli, proprio quelle fasce politicamente più difficili da proteggere, allora come oggi. Stella ha poi “svelato” che in Provincia si sta studiando seriamente di lasciare in comodato d’uso al Comune di Tricarico il Palazzo Ducale per farci il municipio.
Rosaria Toneatto, per la famiglia, ha esortato a esporre presso l’ospedale distrettuale «una bacheca con i documenti attestanti la storia di quell’ospedale, quei documenti raccolti da Rocco Mazzarone e pubblicati in un libretto che si potrebbe ristampare e distribuire, affinché i giovani conoscano e gli adulti non dimentichino quell’operazione di democrazia partecipata, forse unica in Italia, che vide Rocco, il comitato, il vescovo con le offerte in grano e in denaro dei contadini».
«Oggi è una giornata veramente importante per Tricarico e per Rocco Scotellaro. -ha esordito Carmela Biscaglia, direttore del Centro Documentazione- Oggi si avvera il desiderio di Francesca Armento, la madre di Scotellaro, che voleva fortemente la realizzazione di un busto del figlio. Per un fortunato concorso di circostanze, il Comune di Tricarico e il Centro Documentazione attuano il desiderio di una madre, una madre di un cittadino illustre della terra lucana. Si concretizza nel contempo il diffuso unanime desiderio dei cittadini tricaricesi e di quanti stimano la poesia e l’opera di Scotellaro».
Biscaglia ha poi proseguito parlando dello scultore e delle motivazioni che l’Amministrazione comunale ha adottato per intitolare anche la Sala consiliare a Scotellaro, delle opere di Leone, della vita di Scotellaro e dell’interesse sempre vivo nei suoi confronti e delle sue opere.
Infine, il breve intervento dello scultore Giuseppe Antonello Leone, il quale ha dapprima ricordato l’affetto fraterno che lo ha legato a Rocco Scotellaro, poi ha ringraziato tutti per la possibilità concessagli di realizzare un sogno della sua vita e ha chiuso ricordando l’importanza della cultura: «Oggi non si vuole dare spazio alla cultura perché chi ha cultura ha capacità di pensiero e il punto è che non si vuole che la genti pensi, l’unico pensiero che si vuole nella società è quello dei miliardari». Parole sagge di un giovane novantacinquenne. A margine Vito Sacco ha parlato proprio delle numerose traduzioni in inglese dei testi di Scotellaro iniziati nel 1976 e proseguite fino alle ultime dello scorso anno. Il testo è “Poems” di Allen Prowle, da cui lo stesso Sacco e Peppino Miseo si sono cimentati in “To the muleteer’s daughter” e in “A fuchsia”, due liriche scotellariane declamate dal primo in inglese e dal secondo in italiano, riscuotendo grande curiosità e, soprattutto consensi.
Paolo Paradiso
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