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«Un’altra brillante operazione è stata portata a termine in Calabria dagli uomini della squadra mobile di Crotone che hanno eseguito 28 arresti di persone tutte appartenenti alle cosche più feroci della zona e che stavano progettando un attentato ai danni del pm Pierpaolo Bruni. Il Coisp, sindacato indipendente di Polizia, si complimenta con gli uomini e le donne della squadra mobile di Crotone, ma non può fare a meno di raccogliere l’allarme del Procuratore Capo della DDA di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, che ha coordinato le indagini e che ha sottolineato che il suo ufficio conta solo su cinque sostituti che devono far fronte a 74 processi antimafia mentre altri 8 sono in corso di fissazione, il che significa che su ogni magistrato gravano 14 processi a testa; se ognuno di loro va in udienza ogni giorno non hanno la possibilità di svolgere attività investigativa».
«Se l’ordine pubblico è una priorità – ha detto Lombardo – e non solo nei proclami è necessario approntare strumenti per consentire, oltre all’esecuzione dei provvedimenti cautelari anche, il prosieguo. Il rischio è che stiamo lavorando a vuoto; da qui a due anni le conseguenze saranno devastanti e ricadranno soprattutto su coloro che non hanno responsabilità di questa inefficienza».
«Siamo fortemente preoccupati – dice Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp (in foto) – per le parole del Procuratore di Catanzaro, che non sono diverse da quelle pronunciate da diverse procure d’Italia e che sono uguali a quelle che noi stiamo portando in piazza e nelle stanze del potere da mesi». «E’ un cane che si morde la coda – continua il leader del sindacato – se mancano risorse alle Forze dell’Ordine e se non vengono potenziate le procure in termini di uomini e mezzi, l’ordine pubblico non è più una priorità ma solo un proclama. E quindi la malavita, non solo quella armata, ma anche quella più subdola dei comportamenti, dei ricatti e dell’illegalità diffusa, troverà un terreno sempre più fertile per coltivare i suoi malsani progetti, tutto con la complicità di un Governo che, se pur non partecipa in maniera attiva a questi disegni criminosi, ne facilita il proliferare non opponendo una politica di rafforzamento dei comparti sicurezza e giustizia».
«Ora abbiamo bisogno di risposte certe – conclude Maccari – la legalità, la difesa della stessa e la costruzione di una società legale a che punto sono nell’agenda di Governo? Ce lo dicano i signori ministri, ma con i fatti e non con le parole, ma ce lo dicano subito perchè il Paese sta correndo un serio pericolo e tra un pò sarà troppo tardi per fermare gli effetti negativi che da ciò deriveranno».

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