2 minuti per la lettura
La classe III A B della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo di Bella è una delle 124 classi che con un finanziamento di 15,000 euro introdurranno l’ i-pad come strumento per insegnare agli alunni. Il dirigente scolastico prof. Mario Coviello e l’insegnante Mario Priore, nei giorni 7 e 8 febbraio hanno frequentato a Rimini un seminario di presentazione della sperimentazione che coinvolgerà in Basilicata per un triennio quattro scuole primarie, due delle provincia di Potenza e due della provincia di Matera.La scuola pubblica italiana, del Nord, del Centro e del Sud, ha dimostrato, nel corso dei lavori del seminario, di essere fatta di professionisti appassionati che amano mettersi in gioco per dare a ciascuno degli alunni quello di cui hanno bisogno.
Molto si è discusso e molto è stato speso nel corso degli ultimi venti anni per fare in modo che la scuola fosse maggiormente rispondente ai linguaggi, ai tempi, agli stili di apprendimento e non per ultimo agli interessi degli studenti, i quali, generazioni dopo generazioni si sono alternati sempre sugli stessi banchi, nelle stesse aule spesso con le stesse vernici ai muri e gli stessi arredi. Ma nel frattempo cosa è successo nella società a cui la scuola fa riferimento e dalla quale la scuola trae la legittimità ad operare ed essere?In questi ultimi anni il divario tra la scuola e la società in continua mutazione ha fatto esplodere una evidenza che è sotto gli occhi di tutti: o la scuola cambia se stessa oppure la scuola muore.
Su questo problema, su questa certezza, nascono i progetti Scuola digitale LIM e Cl@ssi 2.0, due progetti coraggiosi due progetti di “rottura” poiché per la prima volta nella scuola italiana la tecnologia viene introdotta come una sapere diffuso nei ragazzi che la frequentano, ragazzi definiti nativi digitali perché , fin dalla nascita, hanno usato computer, cellulari, i-pod .
La Cl@sse 2.0 con un finanziamento triennale di 15.000 euro introduce la tecnologia informatica in aula e diventa una delle più grandi opportunità che il Ministero dell’Istruzione sta dando alla scuola italiana per ritornare ad essere protagonista, insieme ai suoi operatori, della più grande “rivoluzione formativa” che mai è stata tentata nel nostro paese.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA