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E’ IL lucano Giuseppe Di Tommaso il vincitore del Premio internazionale “La Torre d’Oro”. Un nome che, forse, dice poco al grande pubblico ma che vanta un curriculum di tutto rispetto. Giuseppe Di Tommaso, nato 32 anni a Tursi, è regista e giornalista di Rai uno. La sua carriera ha inizio nel 2001 a Rai International come inviato nelle comunità italiane nel mondo. Nel 2007 l’approdo a Rai uno, dove subito cura la regia di ”Miss Italia” con Mike Buongiorno. Per tre anni è stato inviato del programma ”Sabato e domenica” e il direttore di rete, Fabrizio Del Noce, gli affida la realizzazione di filmati nelle zone a rischio del mondo per i quali, nel 2008, viene candidato al Premio giornalistico Marco Lucchetta. Inviato e regista per ”Il fatto del giorno” su Raidue in cui si occupa di politica, entra a far parte della squadra di ”Vita in diretta” e ”Amiche del sabato”. Nell’estate del 2011 è tra i registi di “Lineablu” e da sei anni tra gli inviati al Festival della Canzone Italiana di Sanremo. «Mi occupo in televisione di tematiche giovanili – racconta al Quotidiano della Basilicata Di Tommaso- sono ospite di numerosi incontri ed eventi con ragazzi in tutta Italia. Collaboro con la Mostra Internazionale del cinema di Venezia ed il Vittorio Veneto Film Festival».
Il Premio internazionale “La Torre d’Oro” di Salerno. Quando l’ha ricevuto cosa ha provato?
«Come ogni premio o riconoscimento che si riceve ho provato un piacere enorme. Soprattutto perchè mi è stato assegnato per aver realizzato inchieste con tematiche sociali alle quali tengo moltissimo, come il ”bullismo” e ”l’obesità”. E poi per la motivazione: quella di ”non strumentalizzare le vittime delle storie che racconto”».
A chi dedica e perché questo premio?
«A quelle persone che mi hanno cresciuto ed insegnato ad emozionarmi per le cose belle che mi regala la vita. Io sono figlio di gente umile che con il sudore della propria fronte e tanti sacrifici è andata avanti nella vita nonostante le difficoltà e gli eventi spiacevoli che Dio ha deciso di far accadere. Devo dire grazie a loro».
Quando è emigrato? Come mai la scelta di fare il giornalista fuori la sua terra natia, Policoro?
«Sono andato via dal mio paese nel 1998 perchè quello che sognavo non potevo realizzarlo in quell’ambiente. Il giornalismo non è arrivato subito; prima ho lavorato a teatro e nel cinema come attore e nel 2000 ho scoperto il mio grande amore: l’informazione televisiva. Ho voluto sfidare il destino cercando di esprimermi non in un contesto locale ma nazionale. Non è stato facile; sono stato fortunato perchè mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto ma ho anche lottato tantissimo, studiato e continuo a farlo. Una cosa posso affermare con certezza, di essere soddisfatto di come è andata fino a questo momento».
In tre aggettivi come descrive la professione del giornalista nell’epoca di Facebook? Altri tre per le doti fondamentali di un freelance.
«Difficile, invasivo, curioso. Per le doti che deve avere un freelance direi: determinato, informato, combattivo».
Progetti futuri? Pensa di rintronare in Lucania?
«Da martedì 15 febbraio sarò a Sanremo per il Festival della Canzone italiana come inviato per ”Le amiche del sabato’,’ programma in onda ogni sabato pomeriggio su Raiuno, e la prima settimana di marzo andrò a Vittorio Veneto ospite del Festival Internazionale di Cinema per ragazzi dove realizzerò alcuni incontri sul ”giornalismo d’inchiesta” con i ragazzi delle scuole provenienti da diversi paesi europei e sarà proiettato un mio lavoro girato in Libano sulle ”vittime della guerra”. Per ora non credo di ritornare in Lucania, perchè come succede spesso il forestiero viaggia sempre sul carro più bello mentre il paesano deve accontentarsi di quello più umile, anche se non nego di amare follemente il mio paese, la mia terra, i profumi, le voci e quei sapori che ho provato per 18 anni e che mi hanno insegnato la semplicità e la genuinità di godersi al massimo tutto quello che mi offre la vita».
Maria Anna Flumero
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