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La Commissione Antimafia fa rilevare che la linea della collusione tra cosche e politica non valica il centro Italia anche se molte Prefetture del Centro Nord non hanno fornito alla Commissione dati di valutazione completi o rappresentativi sulle candidature alle ultime elezioni amministrative e delle relative violazioni del codice di autoregolamentazione messo a punto.
Intanto è stato accertato che 9 dei 45 candidati alle amministrative e regionali del 2010 sono stati eletti e, secondo quanto rilevato dalla Commissione Antimafia, hanno violato il Codice Antimafia per reati che vanno dall’usura al riciclaggio, all’associazione di stampo mafioso, all’estorsione.
Dei nove eletti, uno è stato revocato e uno è in corso di verifica. Le quarantacinque segnalazioni riguardano l’Associazione di tipo mafioso per 4 candidati; associazione finalizzata al traffico di droga per un candidato; estorsione per 29 candidati; usura per 3 candidati; estorsione e usura per 2 candidati; riciclaggio per 2 candidati; misura di prevenzione della sorveglianza speciale per 3 candidati; misura di prevenzione per riciclaggio per un candidato.
I candidati appartengono a partiti di rilevanza nazionale in 14 casi, a liste civiche con esplici riferimenti a partiti nazionali in 4 casi; a liste civiche negli altri 27. Per quel che riguarda la distribuzione territoriale delle violazioni, la commissione Antimafia ha individuato 10 candidati in Puglia, 9 in Campania, 8 in Calabria e Sicilia, 5 nel Lazio, 3 in Basilicata e 2 in Abruzzo. Sullo stato dei procedimenti 5 sono da approfondire, 25 sono condanne definitive e 15 non definitive.
I dati emergono dagli allegati della relazione illustrata ieri sera dal Presidente della commissione, Beppe Pisanu (in foto).

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