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Il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, ha consegnato a Denise Cosco, figlia di Lea Garofalo, uccisa dalla ‘ndrangheta perchè collaborava con gli inquirenti, l’annuale borsa di studio del valore di ottomila euro intitolata a Luigi Rende, guardia giurata, assassinato nel corso di un fallito tentativo di rapina nell’agosto del 2007 a Reggio Calabria. Denise, figlia del boss Carlo Cosco, originario di Petilia Policastro, è adesso maggiorenne, e vive oggi sotto protezione fuori dalla Calabria.
“E’ un segnale – ha sottolineato Francesco Talarico – che va oltre l’aspetto finanziario e vuole dire chiaramente che la Calabria, il Consiglio regionale, sono in maniera netta contro ogni forma di illegalità e di criminalità organizzata. È un sostegno che si vuole far giungere, pieno ed incondizionato, a quanti coraggiosamente denunciano il crimine organizzato in maniera chiara.
Da qui, oggi – ha sottolineato Talarico – parte una indicazione netta, non solo alla Calabria, ma al Paese intero, per dire che la ndrangheta è un pericolo per tutti e non solo per i calabresi, per la sua pervasività, come peraltro testimoniano le recenti operazioni di magistratura e forze dell’ordine sull’asse Calabria – Lombardia.
Il Consiglio regionale della Calabria – ha detto ancora Talarico – intende proseguire su questa, contribuendo a lastricarla di buone azioni di legalità insieme alla società civile ed a tutte le istituzioni dello Stato, rimanendo sempre vicino a tutti quei calabresi che sono coinvolti in situazioni gravissime, come è avvenuto per Lea Garofalo e Luigi Rende, e che sanno reagire con gli strumenti della legalità che un moderno Stato democratico mette loro a disposizione”.
Alla cerimonia, svoltasi a Palazzo Campanella nello studio del presidente Talarico, erano presenti i familiari di Luigi Rende, il prefetto di Crotone, Vincenzo Panico, che consegnerà l’assegno di studio a Denise Cosco, il sindaco di Petilia Policastro, Dionigi Fera, il vice sindaco, Francesco Ierardi, il dirigente del Monte dei Paschi di Siena, istituto che ha finanziato la borsa di studio, Luigi Stilo, il capogruppo del PdL, Luigi Fedele ed il presidente della quarta Commissione consiliare, Alfonso Dattolo. “Si stanno compiendo grandi sforzi – ha ricordato Vincenzo Panico – sul piano istituzionale e sociale per affermare esempi e prassi di legalità. Sono convinto che la parte sana e migliore della Calabria prevarrà sul crimine organizzato”.
Lea Garofalo, originaria di Petilia Policastro (Kr), aveva 36 anni quando scomparve, senza più essere ritrovata, mentre si trovava a Milano. Secondo due collaboratori di giustizia, fu il marito a farla uccidere perchè‚ la donna aveva riferito e denunciato agli inquirenti alcuni episodi delittuosi eseguiti dal gruppo criminale capeggiato dal marito Carlo Cosco.
“A Milano qualcuno mi segue”, aveva confidato la giovane donna a novembre del 2009 alla sorella. Pochi giorni dopo, svanì nel nulla. Di lei, i collaboratori di giustizia riferirono che fu torturata, uccisa e poi disciolta nell’acido.
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