2 minuti per la lettura
di KATIA CILLIS Nella struttura del Museo Diocesano di Acerenza, si trova la Biblioteca Arcivescovile che ha aderito al progetto offerto dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali della “CEI” – Conferenza Episcopale Italiana-. Grazie a questo progetto, i testi della biblioteca Arcivescovile, saranno inseriti nel sito “CEI.BIB,” ovvero il catalogo collettivo delle biblioteche ecclesiastiche italiane. Questo innovativo modo di tutelare i beni culturali ecclesiastici, è stato adottato da pochissimi comuni lucani e la partecipazione della biblioteca acheruntina si deve al Vescovo Don Giovanni Ricchiuti e a Don Antonio Giganti – Direttore del Museo Diocesano – . Fra i quindicimila volumi che riempiono gli scaffali della biblioteca arcivescovile, una buona parte sono testi antichi, storicamente collocati fra il XVI e il XIX secolo. Questo progetto è rivolto a Musei Archivi e Biblioteche ecclesiastiche che intendono valorizzare il proprio patrimonio culturale e religioso. La prestigiosa “collezione” ecclesiastica acheruntina si è riempita nel tempo, grazie ai libri che si trovavano nell’antico Seminario Diocesano e a quelli appartenenti ad un convento abolito di Cancellara. Altri testi provengono dalle donazioni di alcune famiglie acheruntine e dei Vescovi che hanno svolto il loro servizio ecclesiastico nella Città Cattedrale. I due giovani bibliotecari arcivescovili di Acerenza, la Dottoressa Rossella Bochicchio e il Dottore Antonio Martoccia, stanno ultimando il lavoro di inserimento dei volumi nel catalogo multimediale della “CEI”. I sopraccitati, hanno svolto un lavoro molto complesso, prima riordinando i testi antichi per date e suddividendo i volumi moderni per temi, successivamente ultimando il catalogo informatizzato , per permettere una ricerca rapida agli utenti della Biblioteca Arcivescovile. In occasione di questa importante valorizzazione delle forme espressive che la Chiesa ha prodotto al servizio dell’evangelizzazione, il bibliotecario Dott. Antonio Martoccia asserisce << abbiamo fatto un corso di specializzazione a Roma, in cui abbiamo imparato ad usare i programmi di catalogazione, e avendo così modo di confrontarci con le biblioteche ecclesiastiche di tutta Italia>>. Quest’ultimo, spiegando la complessità del lavoro di catalogazione dei testi antichi, dichiara che l’adesione al progetto è un modo per rendere fruibile un bene culturale ecclesiastico fin’ora conosciuto solo dagli acheruntini. <
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA