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POMARICO – Il professore Antonio Bonavista potrebbe essere stato picchiato. Mentre a Pomarico, paese del docente trovato morto nel suo appartamento di Torino, si stava rendendo l’ultimo saluto al concittadino illustre, dal capoluogo piemontese arrivavano ulteriori elementi sulla morte del quarantaquattrenne appassionato di Vivaldi che nell’ultimo periodo insegnava al torinese “Calamandrei”. Il medico legale Fabrizio Bison, che era stato incaricato di effettuare la perizia autoptica sulla salma dell’uomo dal pm Eugenia Ghi, dopo avere comunque escluso la morte violenta, avrebbe trovato tracce di lesioni addirittura compatibili con l’esito di un’aggressione. Non resta, dunque, che comprendere se non si tratti delle conseguenze stesse del malore che avrebbe stroncato l’insegnante, la notte di lunedì 31 gennaio, nella sua mansarda di via Rossini numero 12. Nel frattempo gli interrogatori vanno avanti. Se Bonavista è stato picchiato, ovvero se l’esame che si sta approfondendo porterà a questa conclusione, resterà da sapere sia stato malmenato a seguito di una rapina finita male o solamente dopo una discussione molto accesa. Fin dal rinvenimento del suo cadavere si è cercato di capire se qualcuno fosse con lui quella sera. Circostanza che troverebbe una conferma nel fatto che il docente originario di Pomarico non aveva assicurato alla porta della sua abitazione il solito giro di chiave. E le sue cose sembravano fuori posto, nonostante nell’appartamento della centrale strada torinese vivesse una persona sempre attenta ai suoi spazi e ai suoi oggetti. Gli agenti del commissariato Centro, coordinati dal vice-questore Gian Luigi Brocca, continuano a sentire testimoni, dai vicini agli amici: pare che ultimamente uno dei conoscenti di Bonavista fosse stato interrogato per molte ore di seguito. Oltre ovviamente a setacciare i tabulati telefonici del cellulare. Sulle registrazioni delle telecamere puntate sul palazzo, più esattamente quelle lavorate dagli occhi elettronici del parcheggio sotterraneo dello stabile, non emerge ancora molto. Ma tra via Rossini e il cortile c’è un’altra uscita. Nella cittadina lucana, ieri pomeriggio, in moltissimi hanno voluto dare l’ultimo saluto al professore. Il feretro di Antonio Bonavista è partito per il corteo dalla Chiesa Madre di Pomarico nel pomeriggio, dopo che per l’intera mattinata amici, conoscenti, parenti e rappresentanti istituzionali hanno potuto salutare il professore nella camera ardente allestita nello stesso luogo di culto pomaricano. Mentre venerdì sera, e per l’intera notte, la camera ardente era già stata allestita nei locali della sala consigliare cittadina. In migliaia hanno salutato Antonio Bonavista. E diversi ricordi sono giunti da diverse personalità del mondo politico regionale. La musica di Vivaldi è stata la colonna sonora dell’addio. Come Vivaldi era stato il principale musicista amato da Bonavista. Che tanto nel corso degli anni aveva fatto per migliorare le capacità attrattive della sua Pomarico e della sua Basilicata. Facendosi molto apprezzare in tutta Italia e persino all’estero.
Nunzio Festa
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