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«La Calabria, ed in particolare la provincia di Crotone, è una delle zone del territorio italiano a più elevato rischio idrogeologico. Eppure, nonostante i tanti dissesti e le numerose segnalazioni che con atti parlamentari abbiamo fatto al Governo, nessun intervento è stato attuato, nemmeno le risposte alle interrogazioni». A dirlo è il parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, che in una interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Ambiente sollecita interventi per i danni causati, nel comune di Cirò, da una recente frana: «L’inventario dei fenomeni franosi in Italia – scrive Oliverio nell’interrogazione firmata anche dai deputati Franco Laratta e Maria Grazia Laganà Fortugno – ha evidenziato la diffusa fragilità del territorio crotonese.
Secondo i dati del rapporto, nella provincia di Crotone sono stati individuati ben 409 punti identificativi del fenomeno franoso, con 78 aree soggette a rischio frana, per un’estensione totale di territorio che supera i 40 chilometri quadrati. A rendere più preoccupante il quadro al dato statistico si aggiungono le emergenze concrete, come la frana che ha colpito la settimana scorsa il comune di Cirò, con comprensibili pericoli e disagi per la popolazione. A causa della frana, che ha interessato un intero quartiere, che sorge a pochissime centinaia di metri sotto l’antico borgo medioevale, otto famiglie hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni a Cirò, a causa della compromessa stabilità delle case; sul posto si è reso necessario l’intervento e la presenza di vigili del fuoco, protezione civile, – che ancora oggi stazionano di giorno e di notte – polizia municipale e carabinieri, mentre è stato disposto l’avvio di un’indagine geologica».
«L’esposizione del territorio di Cirò alle frane ed alle alluvioni – sottolinea il parlamentare del Pd – rappresenta un problema di eccezionale rilevanza socioeconomica per tutta la regione calabrese, sia per il numero di potenziali vittime di una calamità naturale, che per i danni prodotti agli edifici abitativi, alla vitivinicoltura di elevato pregio, agli insediamenti produttivi ed alle infrastrutture, alla circolazione di beni e di persone». Alla luce di questa situazione, Oliverio ed i colleghi Laratta e Laganà Fortugno chiedo di sapere «se il Governo intende individuare ulteriori necessarie e adeguate risorse finanziarie destinate alla difesa del suolo e alla prevenzione del dissesto idrogeologico, stabilendo meccanismi di attribuzione delle stesse al fine di garantire che la distribuzione avvenga in modo da privilegiare le aree a più alto rischio franoso, come quella della Calabria e, in particolare, della provincia di Crotone e, oggi, del comprensorio del cirotano; se il Governo intende adottare un piano organico di prevenzione e messa in sicurezza dei territori dei suddetti comuni colpiti dagli eccezionali eventi alluvionali che sostenga e favorisca gli enti locali, che godono di scarse risorse e mezzi limitati e non sono in grado di far fronte ai danni subiti; quali iniziative intende assumere il Governo per garantire tempestivi interventi per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio della provincia di Crotone; se il Governo ritiene opportuno definire un piano organico di prevenzione delle calamità naturali, da affiancare a quello della regione Calabria al fine di affrontare nella maniera più efficace le emergenze alluvionali ed il rischio idrogeologico del territorio (frane, alluvioni, smottamenti); quali risorse finanziarie il Governo intende mettere a disposizione per la riqualificazione dei centri storici ed il rafforzamento strutturale degli edifici e delle abitazioni dei comuni calabresi, nonchè per la messa in sicurezza e il miglioramento delle infrastrutture viarie e stradali calabresi esistenti, e, infine, se il Governo intende dotare, con estrema urgenza, di adeguate abitazione le famiglie che sono state costrette ad abbandonare le case pericolanti, oggi provvisoriamente ospitate da parenti e amici».
«La Calabria, ed in particolare la provincia di Crotone, è una delle zone del territorio italiano a più elevato rischio idrogeologico. Eppure, nonostante i tanti dissesti e le numerose segnalazioni che con atti parlamentari abbiamo fatto al Governo, nessun intervento è stato attuato, nemmeno le risposte alle interrogazioni». Lo afferma il parlamentare del Partito Democratico Nicodemo Oliverio, capogruppo in Commissione Agricoltura alla Camera, che in una interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Ambiente sollecita interventi per i danni causati, nel comune di Cirò, da una recente frana. «L’inventario dei fenomeni franosi in Italia – scrive Oliverio nell’interrogazione firmata anche dai deputati Franco Laratta e Maria Grazia Laganà Fortugno – ha evidenziato la diffusa fragilità del territorio crotonese. Secondo i dati del rapporto, nella provincia di Crotone sono stati individuati ben 409 punti identificativi del fenomeno franoso, con 78 aree soggette a rischio frana, per un’estensione totale di territorio che supera i 40 chilometri quadrati. A rendere più preoccupante il quadro al dato statistico si aggiungono le emergenze concrete, come la frana che ha colpito la settimana scorsa il comune di Cirò, con comprensibili pericoli e disagi per la popolazione. A causa della frana, che ha interessato un intero quartiere, che sorge a pochissime centinaia di metri sotto l’antico borgo medioevale, otto famiglie hanno dovuto abbandonare le loro abitazioni a Cirò, a causa della compromessa stabilità delle case; sul posto si è reso necessario l’intervento e la presenza di vigili del fuoco, protezione civile, – che ancora oggi stazionano di giorno e di notte – polizia municipale e carabinieri, mentre è stato disposto l’avvio di un’indagine geologica. L’esposizione del territorio di Cirò alle frane ed alle alluvioni – sottolinea il parlamentare del Pd – rappresenta un problema di eccezionale rilevanza socioeconomica per tutta la regione calabrese, sia per il numero di potenziali vittime di una calamità naturale, che per i danni prodotti agli edifici abitativi, alla vitivinicoltura di elevato pregio, agli insediamenti produttivi ed alle infrastrutture, alla circolazione di beni e di persone». Alla luce di questa situazione, Oliverio ed i colleghi Laratta e Laganà Fortugno chiedo di sapere «se il Governo intende individuare ulteriori necessarie e adeguate risorse finanziarie destinate alla difesa del suolo e alla prevenzione del dissesto idrogeologico, stabilendo meccanismi di attribuzione delle stesse al fine di garantire che la distribuzione avvenga in modo da privilegiare le aree a più alto rischio franoso, come quella della Calabria e, in particolare, della provincia di Crotone e, oggi, del comprensorio del Cirotano».

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