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POTENZA – Da un paio di mesi Gianluca Mitidieri (in foto) è il nuovo segretario del Partito democratico di Latronico. Comune da decenni guidato dal centrosinistra, in cui il Pd alle ultime elezioni regionale ha raggiunto il 36 per cento. Mitidieri, figlio di quell’Egidio che per anni ha rivestito incarichi istituzionali di primo piano e oggi guida l’Acquedotto lucano, ha 24 anni ed è laureando in Economia e commercio. Ha già dato una linea precisa al proprio ruolo: puntare tutto sui giovani e sul rinnovamento con un gruppo “under 30” entrato in massa nella direzione cittadina già prepara la sfida delle Comunali 2012.

Perchè un giovane come lei entra in politica?«Sono convinto che in ogni giovane vivano sentimenti e coraggio che spingono a sognare il domani e a vederlo cambiato, migliore di come ci appare oggi. A volte però viviamo con troppo disincanto i tempi lunghi della politica, le tessiture di mestiere, i capovolgimenti stanchi e improvvisi. Per questo secondo me dobbiamo impegnare il nostro temperamento bellicoso, perfino la nostra positiva testardaggine dentro la nuova sfida che proviene dalla politica e che ci chiama a una scelta rischiosa, ma anche generosa, utile, appassionata. Mai più fuggire dalle cose scomode della politica. Mai più rinunciare a essere giovani e a stare nella pancia del futuro».

Ma con gli scandali che investono le più alte cariche istituzionali, e un’Italia infiacchita dalle polemiche e dalle divisioni non le viene voglia di fare altro?
«Al contrario. Per chi si è abituato alla pratica della delega, per chi si è lasciato sopraffare dal disimpegno, non è questa una buona occasione per risvegliare la partecipazione e il protagonismo verso una scala di doveri politici, morali, civili di cui questo Paese ha pur bisogno di avere per essere vicino all’Europa e al futuro del mondo che cambia ogni giorno con Obama? E questo il compito che i giovani devono assegnarsi: assumere l’onore di questo cambiamento epocale che riguarda anche la politica, i suoi modi di funzionamento, i suoi pensieri di riforma, i suoi modi di essere. Perciò rivendico il mio dovere di stare qui, oggi, e non fuggire dinnanzi alle disillusioni. Il mio dovere di rischiare i miei anni, il mio tempo, le mie passioni dentro l’ambizione di un partito che ha saputo scommettere sui giovani, sul loro talento e sulla loro ostinazione».

Nemmeno il Pd, tuttavia, è esente da critiche…
«Non mi iscrivo al partito dei cosiddetti “rottamatori”. Nonostante le tante difficoltà ad agire in una situazione distorta dal potere enorme di cui dispone Berlusconi il Pd è oggi un partito che non si fonda sul carattere carismatico del proprio leader, un partito che ha aumentato gli spazi di confronto e di partecipazione. Un partito che non si è dimenticato dei precari della scuola e che non si è dimenticato dei lavoratori e dei problemi urgenti che ha questo Paese. Potrà dare fastidio a Bossi, ma il Sud, il nostro Sud è anche questo. Speranza, merito, ostinazione, sono le passioni intelligenti che animano moltissimi giovani per riscattare l’Italia da Berlusconi. Il Pd lavora per questo obiettivo, scommettendo sulle donne, sulle nuove generazioni su un modo nuovo di fare politica in cui ci sia spazio per la serietà e non per la comicità istituzionale di Berlusconi. In cui ci siano riforme al posto delle solite barzellette».
Anche in Basilicata?
Qualche settimana fa, Bersani ha potuto incontrare tutta la Basilicata a Potenza. Lì ho visto moltissimi giovani, moltissimi sogni di cambiamento. Accanto a Bersani c’era il nostro segretario regionale, Roberto Speranza che a soli 31 anni guida il Pd più forte d’Italia. Non può essere un caso. E’ invece una precisa scelta. La stessa scelta che ha fatto essere la Basilicata laboratorio politico d’eccezione e che per il suo buon funzionamento, saputo costruire e rafforzare quel patto di fiducia e di positiva corrispondenza tra il centrosinistra e i cittadini. Naturalmente esistono problemi e anche crisi di natura globale che si abbattono violentemente sui nostri territori. Eppure al di là delle crisi, al di là dei tagli il lavoro di pressing istituzionale che sta svolgendo il presidente De Filippo per inchiodare il governo nazionale alle sue responsabilità verso i cittadini e i territori del Mezzogiorno merita di essere sostenuto».
Da Latronico come è possibile interpretare questo cambiamento?
«Si può essere protagonisti anche di piccole cose. Esperienze nuove e coraggiose, di merito, d’impegno civico riescono a dare valore alla politica ed ai territori su cui la politica costruisce le sue partecipazioni, le sue incursioni felici, i suoi pensieri di cambiamento. A Latronico abbiamo avviato un confronto e un dialogo nuovo con le altre forze politiche. Ma ci siamo impegnati anche per cose che vanno oltre i confini territoriali: penso, ad esempio, all’iniziativa comune con i Radicali per sostenere una proposta di legge di solidarietà nazionale in favore dei territori colpiti dal terremoto e ridare agli aquilani la dignità di cittadini».

Lei è un “figlio d’arte”. Suo padre è Egidio Mitidieri. In che modo si confronta con una personalità politica forte come quella di suo padre?
«Lui che mi ha introdotto alla politica. Moltissimi chilometri, riunioni infinite, impegni continui sono stati una piacevole fatica, vissuta sempre all’ombra di quella straordinaria persona di mio padre. Il 30 dicembre scorso, all’inaugurazione della nuova sede cittadina del Pd, ho sentito davvero che qualcosa era cambiato: oltre a mio padre, tra le centinaia di persone che sono venute nella sezione che abbiamo intitolato ad Angelo Vassallo (il sindaco di Pollica ucciso dalla camorra, ndr) c’erano le più alte personalità del partito di Basilicata, dal vicepresidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, al presidente della Regione. Ho sentito la responsabilità di non deludere e di non tradire le aspettative; mi sono fatto forza ispirandomi a mio padre: alle sue doti di pazienza, d’ingegno, di capacità con cui ha saputo condurre e vincere molte difficili battaglie. A lui, naturalmente, il mio ringraziamento per questa vocazione ereditata che soltanto l’amore incondizionato di una padre può assegnare ad un figlio quasi come il segno di un destino».

s.s.

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