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di PIERPAOLO FABBRI
Di questi tempi le offerte di Amore si sprecano. Si va dagli amori fulminanti per la terra di Basilicata che interpretano a pieno lo stile di un amore per ogni primavera a quelli su scala nazionale dove ad amare la terra patria improvvisamente non sono più gli italiani. Ci sono gli amori incompresi per la propria terra di Carmen Lasorella e i grandi amori esistenziali tipicamente mediterranei per i salotti rubacuori. Io amo la Lucania – Io amo l’Italia – io amo la mia terra – io amo i giovani, pardon, le giovani. E’ tutto un fiorire di esternazioni amorose. Sembra che il seme dell’amore sia diventato così contagioso da aleggiare diffusamente tanto in politica quanto nel modo dei sentimenti. Anzi in politica si è radicato così bene da chiedersi: ma un’inseminazione praticata con tanta intensità e con tanta mediterranietà non finirà per diffondere o.g.m. di nuova generazione senza che nessuno se ne accorga ? In Basilicata temo che questo sia già accaduto, improvvisi amori si sono già spenti e altri sono già approdati su altri lidi. Questa terra viene sempre sedotta ed abbandonata da qualcuno! Peccato perché le genti di Basilicata non lo meritano. Le genti di Basilicata hanno alle loro spalle la storia di un brigantaggio insurrezionale, unitario e affrancatore e non meritano il reincarnarsi di un brigantaggio politico e predatore, avido solo di personalismi esistenziali. La dignità di questo popolo non può essere calpesta ancora una volta da scorribande corsare. La politica, la nostra politica deve appartenerci fino al fondo del cuore, siamo di questa terra e dobbiamo saperlo dimostrare in ogni nostra azione, soprattutto quando si tratta di decidere sulla credibilità e qualità dei governi locali che ci andremo a scegliere. A Melfi, dopo lo squallido epilogo dell’amministrazione uscente, l’imminente tornata elettorale è l’occasione per riaffermare questi ideali e per riappropriarsi di ruoli e progettualità che la nostra comunità ha visto progressivamente e miseramente scemare, sino a scomparire del tutto. Le forze politiche locali, quelle istituzionali intendo, affrancate da amori improvvisi e fugaci, hanno il compito di aprire un immediato confronto nella città, e con la città. La città di Melfi ha bisogno di modelli di sviluppo in termini di vivibilità,di lavoro, di servizi, a cui l’intera comunità politica deve concorrere aprendo una stagione nuova in cui si anteponga il bene ed il futuro dei nostri figli alle sterili appartenenze di posizione, politiche e non. Una nuova stagione in cui il confronto nasca esclusivamente e prepotentemente sulle progettualità e sui bisogni irrisolti della nostra comunità, privilegiando la presenza delle nuove generazioni in una sorta di abbraccio esistenziale in cui genitori e figli sappiano reincontrarsi per costruire e consegnare un futuro vivibile e di benessere a questa città. In questo auspicato processo il partito democratico deve fare la sua parte con convinzione, determinazione e rinnovato slancio propositivo. Deve recuperare un protagonismo intellettuale e di popolo in cui inserire i processi guida della politica locale. Ho constatato, troppo spesso, la presenza di abitudini nel partito ancora tenacemente ancorata a vecchi schemi. E’ il momento di liberarcene, è il momento di abbandonare sterili condizionamenti e costruire con slancio innovativo e interpretativo lo spirito vincente da spendere nell’imminente confronto elettorale. Dobbiamo ripercorre vie, strade e piazze di questa città con un partito portatore di identità e protagonismo, convinto sul piano della sua conduzione, volitivo e soprattutto capace di rimuovere ogni compromesso storico-esistenziale. Un partito garante di un progetto e soprattutto mai estraneo e lontano dal captare correttamente i bisogni irrisolti delle nostre comunità. La politica non può e non deve continuare a cercare consenso o ruolo partecipativo in quel serbatoio potenziale a cui tutti sperano di attingere senza assumersi mai impegni precisi finalizzati alla valorizzazione autentica e produttiva del mondo giovanile locale, che in fondo chiede a questa comunità le stesse che abbiamo chiesto noi, generazione di privilegiati, alla loro età Usiamo questa occasione per non tradirli ancora una volta e, con lungimiranza e determinazione, rendiamoci disponibili ad un confronto immediato e propositivo con tutta la città su temi che sappiano suscitare e costruire concreto e partecipato interesse. Il partito ha bisogno di ascoltare e di essere ascoltato, di esprimersi e di misurarsi, stando fra la gente e non di certo facendo retoriche rivisitazioni o surreali elaborazioni nel chiuso di una sezione . Le nostre generazioni hanno il compito di aiutare ed agevolare i processi di modernizzazione e rinnovamento immettendo energia creativa, dove necessario, e insegnando soprattutto a non occupare sempre e comunque le caselle della scacchiera, guidati dal solito bisogno di conservare sterili rendite di posizione. Creiamo e lasciamo ai giovani, ai nostri giovani, i nuovi spazi da occupare in politica garantendogli la certezza della nostra presenza e della nostra disponibilità a condurre fino in fondo un percorso che ci veda finalmente vincenti. La politica di cui la nostra città ha bisogno non può più scaturire pigramente da posizioni di renditeadi, è una questione ben più seria, decisamente più impegnativa ed esigente sotto il profilo qualitativo dell’impegno intellettuale e quanto mai innovativa sotto il profilo propositivo ed organizzativo. Ricerchiamoci e ritroviamoci in un contesto che senta il bisogno e sia in grado di interrogarsi positivamente su tante questioni, in una cornice di lealtà e di convinzione. Le appartenenze di partito sono diffuse, ampie e accreditate, hanno solo bisogno di ritrovare una credibilità di intenti che sappia di nuovo e genuino. Spendiamo un messaggio di amore autentico per il partito e scopriremo che dai veri amori in politica non ci si separa mai .
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