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È demoralizzato il sindaco di Policoro Nicola Lopatriello alla notizia della decisione del Tribunale del riesame. Non pensa alle dimissioni perchè è convinto che sarebbe un’ammissione di responsabilità, anche se la decisione di fare un passo indietro costringerebbe il gip Roberto Scillitani a riconsiderare la situazione. Smessa la fascia tricolore verrebbero a mancare le esigenze cautelari legate al rischio che si inquinino le prove, confuse in mezzo alle carte del comune, o che vengano commessi altri reati come quelli ipotizzati dalla procura di Matera. Sarebbe una rottura dello status quo, con riflessi inevitabili sulle indagini in corso. Ma Lopatriello non molla. Dagli arresti domiciliari non può comunicare con nessuno all’infuori dei suoi più stretti familiari. Al suo posto parla l’avvocato Gianni Di Pierri (in foto) che lo assiste in questa vicenda. «Sono profondamente deluso dalla decisione». È il suo commento alle notizie dal Riesame. «Gli elementi che abbiamo portato all’attenzione del Tribunale erano sufficienti per rivedere sia il quadro degli indizi sul conto del sindaco che delle esigenze cautelari. Abbiamo dimostrato che non era lui la persona che ha pronunciato la frase trascritta nelle informative della guardia di finanza. Non è una prova che si può usare contro di lui. Quel giorno c’era una giunta alla quale hanno partecipato otto o nove persone, e su questo chiederemo una nuova valutazione al gip. Andremo in Cassazione per fare annullare l’ordinanza del gip Scillitani. Anche la storia della scatola di sigari è un’invenzione. Si capisce leggendo il verbale dei militari che erano appostati davanti al municipio. Di quella scatola non c’è traccia. Si parla di una persona con dei fogli in mano. Stesso discorso per l’appalto “master” (quello del rinnovo di tutta l’illuminazione di Policoro.ndr): non si poteva fare allora, non si poteva fare l’anno prima, e non si potrà fare l’anno prossimo. Non so più contro chi stiamo combattendo».
Soddisfatto invece l’avvocato difensore di Giovanni e Piermaria Lista, Filippo Vinci . I suoi assistiti sono gli unici per i quali il Riesame ha annullato l’ordinanza del gip Roberto Scillitani. «È una decisione che dimostra la loro estraneità ai fatti contestati dalla procura della Repubblica di Matera». È stato il commento di Vinci. «Attendo di leggere le motivazioni ma il Tribunale deve aver accolto la tesi dell’insussistenza di ogni indizio di colpevolezza e delle esigenze cautelari. Noi abbiamo sostenuto l’infondarezza dell’accusa sin dal giorno degli interrogatori di garanzia (lo scors 17 gennaio.ndr), data in cui avevamo chiesto la revoca delle misure. Ciononostante l’ingegner Giovanni e l’avvocato Piermaria Lista hanno dovuto subire un’ingiusta restrizione della loro libertà in attesa della decisione del Riesame, e di questo non c’è nessuno che li potrà ripagare».

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