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“Mentre la lobby nucleare ha dato inizio, su stampa e tv prezzolate, alla campagna pro atomo, come se vendessero ricariche telefoniche, e con il rischio che in Basilicata si “ospitino” nuovi depositi di scorie (vedi l’ampliamento dell’Itrec), il consigliere regionale dell’Api, Alessandro Singetta, non trova niente di meglio da fare che promuovere in Regione un convegno pro nucleare con Enel, Confindustria e Chicco Testa. In una Regione che si è al momento dichiarata contraria all’atomo, perché si permette al forum sul nucleare di promuovere l’atomo in Basilicata proprio in vista del referendum contro il nucleare? Al convegno parteciperanno sia Regione Basilicata, sia Provincia di Potenza, mentre nessun invito è stato fatto alla società civile e ai centomila di Scanzano Jonico”. E’ quanto si legge in comunicato stampa del movimento No Scorie Trisaia.

Il nucleare, in effetti, accentra il potere di gestire l’energia su pochi soggetti. Una lobby che – prosegue il comunicato -vorrebbe mettere le mani sui contributi in bolletta elettrica per finanziare impianti (già a rischio obsolescenza) che fra 15 anni produrranno energia e tante scorie nucleari. D’altro canto il consenso istituzionale serve alla lobby nucleare per mungere fondi pubblici, proprio quelli che nessuna impresa privata investirebbe in un’energia anti-economica e pericolosa come il nucleare (trasformata da energia fossile in rinnovabile per Decreto ministeriale). La Regione, invece di prestarsi a queste promozioni commerciali, farebbe meglio a dichiararsi in merito al mega-capannone che Sogin spa vuole realizzare presso l’Itrec, che impostato in quel modo rischia di ospitare altri rifiuti di III o II categoria. L’Api (Alleanza per l’Italia) dimentica che siamo una regione agricola e non industriale. Invece di fare proseliti su un’industrializzazione miopie che si basa su fondi pubblici si faccia carico con il proprio assessore Wilma Mazzocco di valorizzare proprio quello che faticosamente gli agricoltori producono in Basilicata.

Proprio a Rotondella (Comune nucleare) gli agricoltori potrebbero raddoppiare il loro reddito sulle albicocche (pari a 30 milioni di euro/anno), se ci fossero politiche e iniziative per la trasformazione del prodotto in loco. Diversamente la politica preferisce fare i workshop con le imprese sui lavori del decommisioning e la costruzione del mega-capponecapannone all’Itrec che costerà ai contribuenti, in bolletta, 42 milioni di euro. Spesa non necessaria se i rifiuti di Elk River tornassero negli Stati Uniti.

In Basilicata, in questo periodo, le uniche “Api” degne della nostra attenzione e del nostro rispetto – conclude la nota – saranno quelle lanciate sul territorio e che monitoreranno la radioattività e i pesticidi nel programma di biomonitoraggio del territorio promosso da NoScorie e fatto proprio dal Comune di Rotondella”.

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