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TORINO – Solo tra le braccia della morte. Così, lunedì sera, è stato ritrovato, seminudo e con il corpo leggermente piegato su di un lato, come se stesse riposando nella piccola mansarda torinese dove abitava, il professore lucano di musica Antonio Bonavista.
Notissimo nella sua originaria Pomarico, da alcuni anni Bonavista era nel capoluogo piemontese per lavoro; insegnava Educazione artistica presso la scuola media “Calamandrei”. Una morte, avvenuta probabilmente sabato sera e ancora avvolta dal mistero.
Proprio i colleghi di Bonavista si sono insospettiti del fatto che il 45enne, originario della Basilicata, non solo non si era recato a scuola lunedì, ma non aveva avvisato nessuno e non era più rintracciabile.
Il telefono di casa ha squillato per ore, senza risposta. Fino a quando i colleghi hanno deciso di avvisare la Polizia. Sono stati gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Torino a recarsi presso l’abitazione di via Rossini numero 12, scoprendo il corpo esanime dell’uomo. Non è stato necessario neppure sfondare la porta, bloccata solo dal fermo della serratura. Polizia e colleghi, quindi, hanno constatato che Antonio Bonavista era deceduto, apparentemente senza un motivo. Nella sua mansarda solo il “disordine dell’artista”, sul suo corpo nessun segno evidente di violenza.
Quel monolocale è divenuto il luogo di ambientazione di un giallo metropolitano. Nonostante gli inquirenti tendano a scartare comunque l’ipotesi dell’omicidio. Allo stato attuale si propende per un malore improvviso, anche se il musicologo lucano non ha mai manifestato problemi di salute.
I colleghi professori denunciano da subito uno strano disordine nella casa; eppure è intervenuto il capo della sezione Omicidi della Mobile, Luigi Mitola, per fermare il nascere di congetture. Ma un disordine c’era. Al di là che il monolocale fosse stato messo a soqquadro oppure no.
La salma è stata trasferita nell’obitorio del cimitero di Torino, dove oggi si dovrebbe effettuare l’autopsia, che farà probabilmente luce sulla causa scientifica del decesso. Mentre già il primo esame necroscopico esclude segni di violenza. La Scientifica è al lavoro dopo aver raccolto impronte nella mansarda e recuperato i nastri della registrazione notturna nel cortile interno dello stabile, che è anche il retro di un noto teatro torinese. Le indagini non si fermano. Si comincierà, quindi, proprio dalle immagini riprese nel parcheggio sotterraneo del Teatro Gobetti, situato nello stesso stabile di via Rossini. Gli ingressi dell’abitazione sono due, uno dei quali più appartato. Indiscrezioni, che sicuramente devono essere confermate agli investigatori, raccontano, però, che Antonio Bonavista fino a domenica sera, almeno verso le 23.30, era vivo. Via Rossini numero 12 senza dubbio comincerà a suonare non nuovo nelle orecchie di molti. E non più per la Mole Antonelliana, che poco dista da questo pezzettino di centro della città. I dettagli di questa vicenda, autopsia a parte, spaventano chi apprende. Per l’ambientazione della morte. Se la morte non fosse accidentale? Al momento sappiamo che chi indaga punta a ridimensionare i fatti. Ma la stanza in disordine e il giro di chiave che mancava alla porta aggiungono alcuni elementi di dubbio. Allora, prima del decesso, Antonio Bonavista nella sua abitazione era stato con qualcuno, tanto per cominciare? I vicini potrebbero sapere qualcosa?
Nunzio Festa
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